Serviva una reazione dopo l’esordio amaro a Napoli.
Serviva una vittoria per alimentare sogni e entusiamo e prendere consapevolezza dei propri mezzi.
Servivano segnali positivi, per la squadra e per l’ambiente.

Tutto questo è arrivato, nonostante la squadra di Gattuso abbia mostrato ancora dei limiti. Evidenti e naturali.
I Rossoneri partono, ancora una volta bene (anche al San Paolo, per 50 si è visto un buon Milan): ritmi alti, squadra compatta, occasioni e la rete del vantaggio figlia di una costruzione organizzata del gioco.

I primi 45 minuti sono da applausi, la ripresa un po’ meno.

Nel secondo tempo i Rossoneri calano: sono meno brillanti e, complice anche una Roma diversa (nel modulo e nell’atteggiamento), vanno in affanno e si abbassano in troppe occasioni.
La squadra di Di Francesco trova la rete del pari, i minuti passano e le gambe diventano più pesanti ma la squadra di Gattuso fa appello a una sua grande virtù: l’audacia.
Con cuore e orgoglio trova la rete del 2-1 con il Pipita (annullata dal VAR per fuorigioco); non molla, nonostante i Giallorossi provino a insaccare (annullato dal VAR anche un gol di NZonzi per tocco di mano) e fino all’ultimo – nel vero senso della parola- nonostante la fatica, ci provano. 90’+5, il Milan va in vantaggio, triplice fischio, arriva la vittoria voluta, cercata, ottenuta.

Il Milan mostra ancora lacune e una condizione non ottimale  ma quello che fa vedere quando riesce ad esprimersi e la tenuta non viene meno, è qualcosa che spinge a essere fiduciosi.

Higuain-Cutrone, un gol alla maledizione rossonera dei bomber 

Higuain offre uno splendido assist al subentrato Cutrone che freddamente parte -alla sua maniera- sul filo del fuorigioco e la butta dentro. E’ la rete della vittoria ma anche quella che sembra spazzare via la maledizione dei numeri 9 rossoneri.

Un 9 affermato che serve -come pochi bomber sono capaci di fare- un futuro 9.

Tutto lascia presagire a un futuro all’insegna del gol.
L’argentino è uno di quegli attaccanti che garantiscono la doppia cifra. Acquistato dal Milan per risolvere l’annosa ‘crisi da bomber’ ha disputato una gara generosa, al servizio dei compagni ed è stato un trascinatore in campo. Ha provato a inserire il proprio nome nel tabellino marcatori ma la punta del piede gli ha negato la gioia e così, il Pipita, in veste da leader, s’inventa un passaggio filtrante per quello che dovrebbe essere il suo vice (nonostante le 10 reti della scorsa stagione).
Titolare e vice hanno dimostrato di essere vogliosi e affamati ma anche di poter coesistere.

 

Caterina Autiero