Ci sono certe notti che rimangono impresse nella storia del calcio mondiale. Il tifoso rossonero è abituato a quella trepidante emozione che avvolge le notti caricate dalla musica speciale della Champions League.

Come si possono dimenticare le magiche notti delle finali di Champions di Atene 1994 o di Manchester 2003?

Semplice non si può e così il Milan è rimasto in attesa ben 7 anni.

Martedì 28 settembre lo Stadio San Siro è pronto per accogliere di nuovo quella musica e quell’emozione.

L’avversario che è pronto a dar battaglia è l’Atletico Madrid del Cholo Simeone.

Sembra quasi uno scherzo del destino questa combinazione che ha riservato il sorteggio Champions questa stagione. 

Fu proprio la squadra madrilena ad eliminare il Milan dal ritorno degli ottavi di finale nella stagione 2013/2014.

Era il Milan dei rossoneri Kakà e Balotelli, guidati dal tecnico olandese Seedorf, mentre il il comandante dell’Atletico era già l’argentino Simeone, che guida i rojiblancos dal dicembre del 2011. 

Un ritorno che più ritorno non si può insomma…!

Per dirla tutta, anche il girone B della Champions sembra essere un ritorno al passato per la squadra meneghina: Atletico e soprattutto Liverpool. Proprio con la squadra inglese è iniziato questo percorso, segnato da un mirabolante 3-2 in casa dei reds.

Partita che nonostante il risultato deludente ha permesso di vedere un Milan tenace, attento e soprattutto combattivo, qualità che dovrà tirar fuori soprattutto contro l’Atletico. 

La stagione 2021/2022, per la squadra campione della Liga Santander, è iniziata  con alcuni risultati positivi, come la vittoria in casa dell’Espanyol al 99’ con il goal del francese Lemar, ma soprattutto molti pareggi, risultato che ha consolidato anche durante la 1° giornata di Champions contro il Porto.

Squadra difensiva, combattente e consolidata, come si potrà allineare questa squadra contro la squadra allenata da Pioli?

atletico madrid
fonte immagine: profilo twitter uff
Atlético de Madrid

L’Atleti si presenta in campo con un buon muro difensivo gestito dai veterani Giménez e Savic, coppia difensiva fin dal 2015. In porta troviamo Jan Oblak, definito dalla stampa internazionale come uno dei migliori portieri al mondo, fama dovuta soprattutto alle sue mirabolanti parate.

Il centrocampo colchonero è invece telecomandato dal capitano Koke, dallo spagnolo ex Real, Marcos Llorente a cui si aggiungono i francesi Kondogbia e Lemar. L’attacco rojiblanco è sicuramente la punta di diamante di questa squadra: Carrasco, Correa, Félix. Suarez e il neo-ritornato Griezmann.

Dopo due anni in maglia blaugrana, il ritorno del campione del mondo, salutato da lui come la cosa migliore che mi sia successa negli ultimi anni” può rappresentare quell’arma in più per questa squadra.

Le petit diable” (il piccolo diavolo) ha potuto così riabbracciare i suoi compagni, la società e i tifosi che come lui ha potuto dire ai microfoni spagnoli rappresentano il ricordo dei migliori momenti della sua carriera calcistica e della vita privata.

Proprio Simeone si è dimostrato felice di questa scelta di Griezmann, dando fiducia a un giocatore che deve dimostrare ai tifosi colchoneri di voler ricreare quel rapporto creato durante i 5 anni di permanenza nella capitale spagnola.  

L’anima della squadra sono proprio i tifosi, anche chiamati colchoneros, indios o rojiblancos.

Ma perché questi soprannomi?

Colchonero viene da Colchon, materasso e quindi perché? Semplice, perché durante la guerra civile i materassi erano bianchi e rossi, come la divisa storica dei biancorossi madrileni. Indios invece si deve alla presenza di giocatori sudamericani durante gli anni 70/80, con capelli lunghi come gli indiani d’America. La hinchada colchonerala tifoseria, è una delle più calorose e passionali d’Europa.

Ritornando al passato i tifosi dell’Atletico facevano parte della classe operaia, in perenne conflitto con i tifosi del Real Madrid, che erano per lo più quelli delle classi benestanti.

Per il tifoso rojiblanco risulta inoltre impossibile identificare i motivi di questo sentimento, perché di sentimento si tratta.

Lo si può anche definire senso ribellione, voglia di qualcosa di diverso, passione e soprattutto sofferenza e lotta. Tifoseria tenace che non ha mai lasciato da sola la squadra, anche durante i momenti più duri della sua storia, come la discesa in Segundal’equivalente della serie B italiana, nel 2002. 

Rialzarsi, vincere e cadere, e ripetere tutto.

Questo è in poche parole essere dell’Atletico Madrid.

Impossibile non identificare in ciò Diego Pablo Simeone, forse il più colchonero dei cholchoneros. A comando della squadra dal 2011, e sicuramente fino al 2024 alla direzione dell’Atleti, in 10 anni ha riportato la squadra ai massimi livelli calcistici: due ligas, 1 coppa di Spagna, 1 Supercoppa di Spagna, 2 Supercoppe europee, 1 Europa League e 2 finali di Champions League.

I tifosi quest’attaccamento e legame lo conoscono bene.

simeone
fonte immagine: profilo twitter uff
Atlético de Madrid

Un sentimento condiviso, che rispecchia la filosofia della società, e che accomuna tutti i protagonisti: tifosi, società, giocatori e il cholo.

Tutto è puro Cholismoattivismo, coraggio, combattimento, capacità di resistenza.

L’Atletico è incarnato in Simeone, che trasmette tutto ciò ai suoi giocatori, dando fiducia e disciplina ai suoi giocatori per tutti i 90 minuti e oltre. Celebre il suo “Partido a partido” (partita a partita) o “Ganar, ganar y ganar” (vincere, vincere e vincere). 

Forse questa è l’arma fondamentale che possiede l’Atletico. San Siro è pronto a rivivere una notte magica, e il Milan potrà confrontarsi con una squadra che è pronta a lottare fino agli ultimi secondi. 

 

Rosaria Picale