Così non va!
Inter prima e Betis poi, il Milan è in difficoltà.
Di gioco, ambientale, psicologica; due gare in pochi giorni e i Rossoneri sprofondano in una crisi che fa guardare al futuro con occhi diversi.

Fino alla derby, la squadra di Gattuso aveva mostrato alcuni limiti e aveva portato a casa risultati altalenanti ma, in quel di Milanello era sempre regnata una certa speranza e fiducia e, qualcosa (qualcuno) di buono a cui aggrapparsi.
Il gol di Icardi allo scadere della Partita è come se avesse tagliato le gambe agli uomini di Ringhio: il Milan sceso in campo contro il Betis ha mostrato solo limiti.
Quella, qundi, che doveva essere la gara per archiviare il derby e mettere un piede e mezzo nei sedicesimi di finale di Europa League, si è rivelata un vero incubo.

Amarezza, delusione ma anche tanta preoccupazione, questa mattina l’umore è di quelli più neri (di rosso c’è solo la rabbia e la vergogna)

Il Betis ha dominato la gara e ha meritato la vittoria che significa primo posto del girone, a quota 7, davanti ai rossoneri a 6 e ai greci a 4.
Il Milan è stato nullo. Tanti errori, tanta insicurezza – elementi che erano già emersi in occasioni precedenti-, ma se prima della stracittadina i Rossoneri erano comunque lodati per una certa manovra, contro gli spagnoli le giocate, gli inserimenti, la fluidità sono venuti a mancare.

Insofferenza e nervosismo degli uomini chiave (uno su tutti Higuain), le lacrime di Cutrone a fine match (a nulla è valso il suo -solito- gol) e le parole di Gattuso sono la certificazione che nel percorso del nuovo corso rossonore qualcosa si sia INTERrotto.

Mai prima d’ora l’allenatore si era mostrato così preoccupato.

“… Mi preoccupa la fragilità del gruppo.
Facciamo fatica a far girare la palla, spesso torniamo indietro e non attacchiamo.
Devo parlare con i ragazzi e capire quale sia il problema…
Sento che questo squadra è in grandissima difficoltà… così non andiamo da nessuna parte…”

Ci mette la faccia Ringhio e ammette il momento di enorme difficoltà, consapevole che da oggi in poi la sua posizione è precaria.
Sarebbe l’ennesimo tecnico da Allegri a Seedorf, da Inzaghi a Mihajlovic, da Brocchi a Montella a ricevere il benservito.
Insomma, passano gli anni, cambiano le teste ma non la storia… l’entusiamo creato dal nuovo “Milan delle bandiere” si è trasformato, nuovamente in impazienza e scoramento generale.