Mai come in questo momento, almeno nell’ultimo ventennio, in quel di Milanello si respira aria di cambiamento e novità. Quello rossonero, uno dei Club più titolati al Mondo, secondo al Real Madrid, vittima di un sistema virtuoso che l’ha trascinato verso una deriva, e non solo d’immagine, che verrà per forza di cose ricordata come una macchia delle pagine storiografiche.

Escluso dalle competizioni europee, il club di Yonghong Li (?) naviga in acque d’incertezza: cosa deciderà il Tas? Chi sarà il nuovo proprietario? Riuscirà Li a saldare i debiti o cederà? E se dovesse restare? Tutti interrogativi, leciti e sintetizzabili in un unico grande “Che ne sarà di noi?”

Lo scopriremo solo vivendo direbbe Battisti, ma i rossoneri, quelli che che dalla potenza e la gloria del Diavolo che fagocitava titoli nel primo decennio del duemila sono passati ad un Milan escluso dalle Coppe, sono stanchi e delle scoperte a fine corsa preferirebbero farne a meno.

Specie se a fine di una corsa faticosa ed estenuante si palesa una sentenza Uefa che annichilisce tutti gli sforzi fatti di un gruppo rivelatosi encomiabile. Gennaro Gattuso dalla primavera ha preso le redini dopo l’esonero di Montella e la sua permanenza sull’onerosa panchina rossonera era quotata bassissima. Contro ogni pronostico Ringhio ha pervaso lo spogliatoio rossonero di grinta, orgoglio e voglia di riscatto e malgrado qualche intoppo iniziale e qualche inevitabile, purché preoccupante, forfait, si è preso di petto una qualificazione in Europa League e trascinato i suoi in finale di Coppa Italia.

Sconfitti all’Olimpico, Bonucci e compagni sono riusciti a centrare l’Europa ma la sentenza Uefa, arrivata solo di recente ma di cui si sospettava l’esito, ha messo le carte in tavola.

I tentativi dietro le quinte di Fassone, Mirabelli e compagnia cantante di rassicurare la Uefa circa l’operato dirigenziale in relazione agli obiettivi raggiunti e in fase di raggiungimento si sono rivelati vani: mancati pagamenti, garanzie inesistenti, progetto valido ma senza un solido costrutto di supporto non sono passati inosservati agli organi di controllo e sul piatto della bilancia, l’operato di Fassone and co non ha sopperito al peso delle negligenze di Yonghong Li. 

La Uefa sanziona, Li non vende.

Commisso sì, Commisso no, Ricket sì, Ricket no. Dalla cessione quasi stabilita alla rinegoziazione tutto slitta e tutto è rimandato a data da destinarsi. Intanto il tempo passa, le scadenze incomberanno come già fatto e il futuro resta incerto, persino quello prossimo.

Dal faraonico mercato dello scorso anno al mercato del terrore di quest’anno. La sessione di mercato appena apertasi fa paura e non poco. malgrado siano stati depositati proprio oggi i contratti di Strinic e Pepe Reina. Con un background tanto instabile temere che la rosa di Gattuso risulti allettante agli occhi di molti potrebbe essere lecito, non è surreale temere che diversi club potrebbero tentare di strappare giovani promettenti a corte di Gattuso, specie se – in caso di Club facoltosi – sul tavolo di via Aldo Rossi viene depositato un gruzzolo sostanzioso. Trattenere o vendere? Fare cassa o pensare ai risultati? Conciliare il tutto non sarà di certo semplice.

Finisce l’era Adidas, Puma per ricominciare

Intanto proprio a Casa Milan si continua a lavorare e se da un lato si depositano i primi contratti, dall’altro si interviene su brand, merchandising e partnership. Anche in quel caso però le note dolenti arrivano, almeno sul piano affettivo.

Nuova maglia Milan, Puma
Foto: Sky Sport

Dopo dieci anni l’Adidas infatti conclude come già annunciato mesi fa la sua relazione con il club rossonero che a sua volta da ieri inizia una nuova partnership, simbolo di una nuova era, con Puma.

Le nuove maglie, “spoilerate” sui canali ufficiali dell’Ac Milan, saranno presentate il 6 luglio prima dell’inizio del ritiro che anticipa il tour estivo.