Inter is not for everyone‘ ma lo è per Antonio Conte. Un passato in bianconero difficile da dimenticare ma una nuova era is coming, con buona pace di Peppino Prisco e degli interisti. Inter, I’m here.

Antonio Conte è il nuovo allenatore dell’Inter. Ormai è ufficiale. Tutto blu su nero. O nero su blu. E chissà che pure in Vittorio Emanuele non si sia optato per un contratto su carta azzurra ‘come il colore del cielo’. Perché nero su bianco oseremmo pensare non sia esattamente il caso. Non oggi. E forse mai.

Nuovo allenatore dell’Inter ma di nuovo c’è poco. Che Antonio Conte fosse ormai destinato alla panchina nerazzurra è fatto noto da fin troppo tempo nonostante fossero ancora in troppi a sperare in un clamoroso colpo di scena, specie dopo l’esonero di Allegri. Tra la Juventus e Antonio Conte, però, nessun contatto, solo speculazioni o auspici diventati speculazioni. Conte è promesso sposo dei nerazzurri da fin troppo tempo e nonostante l’incidenza lapalissiana del ruolo giocato da Marotta nella concretizzazione del connubio, l’interesse nei confronti dell’ex Chelsea parte da Nanchino ed è vecchia due anni. Nel post Pioli, seppur per un brevissimo lasso temporale, il nome di Conte era già stato tirato in ballo. A frenare gli intenti dell’epoca i vincoli imposti dal FPF che non rendevano fattibile la cosa; vincoli ad oggi ormai decaduti. Nessun deterrente e quello che da Nanchino era il più dei desiderati, oggi è realtà.

Inter, ci sono. Conte per una nuova era, con buona pace di Peppino Prisco
Antonio Conte e Steven Zhang
Inter.it

Una realtà ai più amara. Almeno così dovrebbe seppur non sembra. L’Inter sconvolge un po’ tutti e il buongiorno ieri lo ha augurato in gran stile, con tanto di improvvisata che ha stupito, se non altro per tempistiche e modalità e i milioni di nerazzurri ieri mattina si sono svegliati con la notizia apparecchiata per colazione. Antonio Conte is here. I’m here, Inter – dice il leccese nel video di presentazione.

Perché proprio io? Eh…?! Perché proprio lui? Le motivazioni potrebbero essere e sono molteplici e senza dubbio quelle elencate nello stesso video di cui sopra potrebbero pure essere abbastanza e altrettanto valide. Potrebbero, appunto. Ma lo sono? Valide certamente, abbastanza no, non esattamente.

Probabilmente in tutto l’affare Conte i più validi complimenti andrebbero ad Inter Media House prima di tutto. Di perfetto in tutta la vicenda c’è solo un video, strategico ed entusiasmante. Ben fatto e persino convincente. Convincente, però, per chi si lascia convincere. E potrebbe pure essere un’impresa semplice se solo non fosse per quel passato bianconero, neo che fino a ieri in molti vedevano alla stregua di un autentico bubbone. Il passato non si dimentica quantomeno per gli interisti, o quelli che interisti (nel profondo del termine) si ricordano di esserlo.

L’attacco a Materazzi, l’orgoglio dello scudetto ’98 alzato dal suddetto, le personali opinioni su Calciopoli… Elementi che basterebbero a reggere da sole l’antitesi che frantuma la tesi di quell’hashtag geniale quanto provocatorio.

Inter is #notforeveryone. L’Inter non è per tutti. Ma lo diventa per Antonio Conte

Quell’Antonio Conte. Lo stesso additato come piangina, dopato, ladro, e chi ne ha più ne metta, almeno fino a febbraio. Almeno fino a che gli interisti non hanno improvvisamente deciso di mettere una pietra su un passato che passato non sarà mai. E allora qualcuno sembra essersene dimenticato e oggi (ma anche ieri) sono tutti #WelcomeAntonio. O Andonio. E tutto sembra davvero agghiacciande. Con la t o la d poco importa. Perché show must go on e pure la farsa che ne consegue. Una farsa imputabile più ai tifosi che ad una società che, come giusto e normale che sia, punta alla qualità, alla professionalità e ai profitti – in termini anche di risultati sul campo -. Goals che non sempre coincidono con i sentimenti, né con i principi. Oggi più che mai.

Inter, ci sono. Conte per una nuova era, con buona pace di Peppino Prisco

Ma Conte è uno dei migliori sulla piazza e numeri e statistiche parlano per lui

In ottica aziendale l’ex Juventus risulta una delle migliori mosse che l’Inter potesse compiere. Specie perché il talento di Conte non è surclassabile neppure da quel passato tanto scomodo quanto doloroso per molti. Resta però un acre in bocca che probabilmente solo il tempo e il campo potranno attenuare. Fame, voglia di riscatto e di vittoria sono gli elementi dai quali partire, così come Conte stesso recita nel video. Sì perché tant’è e quindi conviene partire. Conte è e Conte sia. Conte è qui e a noi non resta che servirlo quantomeno come nuovo rappresentante dell’Inter. Se non altro perché come Prisco direbbe, al di là di tutto, il concetto di servire un allenatore o un presidente che sia è terribilmente inesatto. ‘Io ho servito sempre e solo l’Inter‘.

Ma chissà cosa direbbe oggi Prisco. Probabilmente sarebbe affranto. O magari anche lui si arrenderebbe all’idea di un calcio semplicemente diverso, in cui il sentimento è ormai un’illusione dalla quale converrebbe correre ai ripari, per il bene di una crescita che diversamente verrebbe ostacolata. La professionalità prima di tutto e come tale oggi Antonio Conte sceglie l’Inter nel nome di una professionalità più forte di tutto il resto, allo stesso modo l’Inter si affida a Conte nel nome di un’analoga professionalità che quantomeno razionalmente può essere il giusto trampolino dal quale lanciarsi per ritrovare una gloria fin troppo bramata.

Nel bene di quella crescita tanto ambita, non resta che augurare buon lavoro al nuovo allenatore, nella speranza che un giorno potremo scrivere un altro tipo di storia. Più lieta e con un retrogusto più dolce di oggi.

 

 

Egle Patanè