Gianluca Pagliuca per anni ha detenuto tantissimi record tra i pali delle porte italiane, le sue stagioni alla Sampdoria sono leggenda.

Pagliuca è da inserire senza dubbio nella classifica dei portieri italiani più forti di sempre, tra la fine degli anni ’80 e ’90 ha stupito l’Italia con le sue parate.

Non a caso fu il portiere titolare per due Mondiali di fila: USA 94 e Francia 98. La sua presenza fu subito di peso nello spogliatoio azzurro, ecco perché anche se ancora fuori dalle gerarchie venne aggregato al gruppo di Italia 90.
Pagliuca era pronto per le sue notti magiche.

Si può dire che Pagliuca sia stato il primo interprete del ruolo moderno di portiere, libero di uscire palla al piede e di rischiare la giocata quando necessario. Nella Samp di Eriksson era praticamente un difensore aggiunto.

Un’innovazione per il calcio dell’epoca che gli ha permesso di essere apprezzato dai grandi allenatori con cui ha lavorato. Il suo idolo? Il grande Dino Zoff.

Nonostante fosse un portiere completo, bravo in qualsiasi tipo di uscita e anche nell’uno contro uno con la punta avversaria, dotato di un ottimo fisico, Pagliuca si guadagnò la fama del para-rigori.

Alla domanda: “Studi le tecniche di tiro dei tuoi avversari?” – Gianluca rispondeva sinceramente di affidarsi solo all’istinto. Ha concluso la carriera con 24 rigori parati su 91, record poi infranto da Handanovic appena un anno fa.

È anche grazie alla sua parata sul tiro dal dischetto di Matthaus che la Sampdoria nel 1991 ha conquistato lo scudetto.

Pagliuca sembrava dare il meglio di se soprattutto nelle sfide decisive, Boskov lo definiva una sicurezza tra i pali anche quando la posta in gioco era altissima.

Non solo Matthaus, durante la sua carriera Pagliuca si è opposto ai rigori di Baggio, Totti, Del Piero, Inzaghi… mica chiacchiere.

Nelle fasi eliminatorie di Coppa Italia regalava show: una volta negò il goal a tre rigoristi del Torino, contro la Roma addirittura a cinque.

In realtà da ragazzo Pagliuca esordì da centrocampista offensivo, questo spiega probabilmente la sua bravura con i piedi (il sinistro in particolare).

Per Sampdoria e Inter fu un talento aggiunto, che permise ai due club di conquistare trofei prestigiosi.

Mantovani sosteneva: “Pagliuca? Lo abbiamo comprato gratis dal cielo”.
E se non è una dimostrazione di fiducia questa…!
Con i blucerchiati non salta neanche un match se non quando costretto da uno pneumotorace a causa di un incidente stradale tra il ’93 e il ’94.

Lascia l’Inter contro la sua volontà – il club nerazzurro lavora ad un profondo rinnovamento della rosa – ma viene comunque osannato dalla stampa italiana.

La Gazzetta dello Sport definisce Pagliuca il miglior giocatore dell’Inter degli ultimi cinque anni; su Repubblica dichiarano che è uno dei pochi della squadra a meritare l’Europa.

La sua passione per le grandi sfide si notava particolarmente nel derby della Madonnina: con lui in porta l’Inter non perse nessuna delle dieci sfide contro i cugini diavoli.

È il Bologna a prendere Pagliuca gratis per davvero, il portiere deluso dalla fine della storia con l’Inter desidera soltanto ritornare nella sua terra.

Vittima negli anni d’esordio di spiacevoli eventi causati dalle tifoserie avversarie di Samp e Parma, Pagliuca è sempre rimasto un signore e non si è mai scomposto davanti alle critiche.

Le annate con i rossoblù non sono brillanti ma il club sarà importante e formativo nella carriera di Pagliuca, che tornerà a Bologna come allenatore delle giovanili e preparatore dei portieri.

Chiude un’encomiabile carriera all’Ascoli a quarant’anni compiuti.

Per ben due volte Gianluca conquista il Guerin d’Oro risultando il giocatore con media voti più alta attribuita dalla stampa specializzata. Niente male per un portiere, Pagliuca voleva essere il primo della classe.

Scavalcato solo negli ultimi anni da Buffon, deteneva il record per il maggior numero di presenze in Serie A nel proprio ruolo, primato strappato al suo idolo di sempre Zoff.

 

Federica Vitali