Marcelo Brozovic, continuerà la sua storia con l’Inter?

“Caro Babbo Natale, quest’anno sotto l’albero vorrei tanto trovare il rinnovo del contratto di Brozovic…”
Sembra l’inizio di un film per bambini, ma in realtà è probabilmente quello che la maggior parte degli interisti desidera per questo Natale.

Dopo gli annunciati rinnovi di Lautaro e Barella, in molti si stanno domandando se anche il numero 77 riuscirà a trovare il giusto accordo col club per continuare il suo percorso tra i nerazzurri.

Percorso iniziato a gennaio 2015 per volere di Roberto Mancini, e che si è poi effettivamente concretizzato con l’arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina dell’Inter nella stagione successiva.

L’attuale tecnico del Napoli ebbe una grande intuizione quando decise di spostare Brozovic nei due davanti alla difesa (modulo 4-2-3-1), lasciandogli il compito di impostare il gioco. Questa rappresentò una scelta decisiva sul suo rendimento, al punto da guadagnarsi senza dubbi il ruolo da titolare.

Si può parlare di un’eredità lasciata da Spalletti di cui l’Inter trae vantaggio ancora oggi: nonostante, infatti, ci siano stati enormi cambiamenti nell’assetto dell’intera squadra, Brozovic nella sua posizione è insostituibile.

Detta i tempi di gioco, recupera palloni rendendosi utile in fase difensiva, e si rende pericoloso anche in fase offensiva, con tiri dalla distanza e calci di punizione che diverse volte hanno creato non pochi problemi ai portieri avversari.

Questo suo contributo viene confermato anche dal numero di presenze come titolare: contro lo Shakhtar Donetsk in Champions League ha raggiunto il traguardo delle 250 presenze in nerazzurro, collezionando in totale 25 gol (20 in campionato, 4 in Coppa Italia, 1 in Europa League).

Un talento, il suo, nel trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto. Come quella volta al Camp Nou, durante Barcellona-Inter del 24 ottobre 2018, quando decise di sdraiarsi a terra dietro la barriera in attesa della punizione di Suarez. Risultato? Tiro rasoterra, palla deviata dal 77 nerazzurro, e la “mossa del coccodrillo” di Brozovic che entra così nel cuore dei tifosi di tutto il mondo.

I colpi di genio di Marcelo Brozovic però non illuminano solo in campo, ma anche al di fuori. Infatti, il centrocampista croato si è reso noto sui social per una posa divenuta virale: quella di Epic Brozo. Mano a simbolo di L sotto il mento, come se fosse pensieroso; è questa la postura “epica” che Brozovic utilizza nelle foto ufficiali e nelle esultanze, e che gli ha permesso di diventare l’idolo indiscusso dei fans e dei compagni di squadra che l’hanno rinominato, appunto, Epic Brozo.

A spiegare la nascita e il vero significato dell’esultanza è proprio lui stesso:

“Come è nata la posa Epic? Eravamo a Ferragosto, stavamo andando in centro a Milano in macchina, io, mia sorella Ema e un’amica. Prima di partire, l’idea: facciamoci una foto. E io mi metto in quella posa lì, d’istinto e senza una ragione precisa. Il significato? Mah, non so. Per esempio potrebbe voler dire “Sono un tipo giusto”, oppure “Sono un signore”, o ancora “Guarda in che bella situazione sono. I social impazziti? Un giorno vedo una pagina sulla Gazzetta dedicata a quel mio gesto e da quel momento esplode tutto. Il gesto diventa una hit nella comunicazione”.

Non una semplice esultanza, quindi.

Qualcosa di più,  che ha spinto il giocatore a tatuarsi sulla propria pelle la posa e a sfruttare questo nome anche nel campo dell’imprenditoria, aprendo un ristorante a Velika Gorica (in Croazia) con il nome di “Epic Brozo caffè bar” e lanciando una linea di abbigliamento con il suo marchio.

Insomma, un giocatore forte tecnicamente, estroso, capace di fare gruppo e di farsi voler bene dai tifosi. Non stupisce che a Milano, almeno dalla sponda nerazzurra della città, si speri in un suo imminente rinnovo.
Il giocatore, alla domanda di Fabrizio Biasin sul suo desiderio di rimanere all’Inter, ha risposto in maniera affermativa.

Ma, visti i precedenti trascorsi in casa (leggasi “Lukaku”), i tifosi aspettano l’ufficialità della firma, per non rischiare di trovarsi, il 6 gennaio, con nient’altro che un sacco di carbone.

Romina Sorbelli