La carriera di Fabio Quagliarella avrebbe in teoria dovuto essere compromessa esattamente 8 anni fa, in quella maledetta Juventus-Parma, quando il suo ginocchio fece crack.

Fabio Quagliarella immagine La Stampa

La rottura del crociato è un giro di boa per moltissimi calciatori: “Non si torna più come prima”, la sentenza più diffusa.

Ma nessuno allora conosceva a fondo la tempra di questo strepitoso campione cui il Destino non ha riservato tutto ciò che veramente avrebbe meritato: nessuno sapeva che avrebbe sopportato esclusioni, processi, che sarebbe stato rinnegato dalla sua stessa città, che avrebbe girato l’Italia calcistica segnando in ogni dove e portando sempre rispetto all’avversario.

Oggi, a una manciata di giorni dal suo trentaseiesimo compleanno, Fabio Quagliarella non solo stupisce per la sua confidenza  – intramontabile – con il gol: si toglie addirittura la soddisfazione di eguagliare il record di un certo Batistuta.

L’esultanza di Fabio Quagliarella

Undici partite consecutive andando sempre a segno.

La commozione traspare senza remore sul suo viso da eterno scugnizzo napoletano, con l’ espressione quasi incredula per quello che sta accadendo, per quello che la sua tenacia, la sua forza interiore gli hanno permesso di ottenere.

Ma Fabio non è solo un Capitano amato e rispettato: è un rivale a cui tutti rendono omaggio, proprio per quel codice d’onore che lui non ha mai violato, per il suo comportamento da gentleman d’altri tempi oltre che da professionista serio. Ed ecco che a celebrare il suo record arrivano anche i cugini liguri, che seppur divisi dalla rivalità cittadina non mancano di spendere per lui queste parole:

“Alla Samp è capitano, rappresenta il club e ha la fiducia di allenatore e compagni. E’ un leader indiscusso e più riesci a dimostrare che meriti questo status e più ciò ti rende orgoglioso”,

   dice di lui Alessandro Del Piero.

Siamo solo alla 21a giornata di Serie A: non poniamo limiti a quello che potrà ancora fare in questa stagione. Alla fine, per ogni record raggiunto ce n’è un altro da stabilire…

Specie se ti chiami Fabio Quagliarella, il campione dalle sette vite.

 

Daniela Russo