I Supereattivi e quel sano bisogno di normalità

I Supereattivi
A Casalotti, periferia di Roma, troviamo una squadra di calcio stupefacente!

Nel quartiere di Casalotti, periferia Nord – Ovest di Roma, nasce l’asd I Supereattivi, grazie a una donna e a una mamma guerriera, una piccola grande oasi felice dove tutti i bambini possono giocare a calcio azzerando ogni sorta di disabilità.  Un team felice e spensierato che all’occhiopoco aperto di qualche adulto potrebbe suscitare incredulità e scetticismo, ma che altro non è che sana voglia di trovare nuove forme di opportunità nella disabilità.

La mamma in questione si chiama Carmela Cappello e su richiesta di suo figlio Davide ha lottato contro gli scetticismi, lo stupore e il pessimismo di molti, per realizzare il desiderio comune di tutti i bambini del’età di Davide: quello di giocare a calcio in un vero campetto con tutti i suoi compagni.

Vedere scorrazzare Davide con il suo deambulatore dietro a un pallone è la dimostrazione (ennesima, ma di tante altre necessità la società) che i limiti sono solo negli occhi e nella mente di chi giudica e di chi si arrende ancora prima di iniziare a lottare.

I Supereattivi
Davide e il suo sogno realizzato

 

“Una nuova cultura della disabilità che vada oltre i pregiudizi” è quanto si auspica Carmela Cappello, intervenuta in esclusiva sulle nostre pagine.

Come nasce la squadra di calcio I Supereattivi?

Nasce dalla semplice richiesta di un bambino che ama il calcio e che sogna di poter giocare a pallone, ma che nessuno sembra possa concedergli data la sua disabilità motoria e da lì quella promessa che avrebbe segnato l’inizio di tutto.

Davide sapeva di poter giocare perché a scuola, durante l’ora di ginnastica, la sua assistente educativa Sabrina lo faceva giocare ma non bastava, voleva farlo fuori, voleva fare calcio come i suoi compagni.

Non sapevo come muovermi, cosa fare, mi era chiara solo una cosa: Davide avrebbe realizzato il suo sogno allenandosi in un vero campo da calcio insieme ad altri bambini che ne avevano voglia. In Sabrina ho trovato la prima alleata poi ho iniziato a coinvolgere altre persone in questo progetto, e autofinanziandoci nel 2016 nasce l’ a.s.d Supereattivi.

Dall’anno scorso usufruiamo dell’esperienza del mister Pierluigi e della collaborazione di Luciano e Marco e gli allenamenti sono diventati più tecnici, i ragazzi sono migliorati tantissimo.

I Supereattivi
Il calcio che fa bene: la storia di Davide e dell’asd I Supereattivi

Una storia di una mamma forte e determinata, come solo una mamma può esserlo. Come ha reagito Davide quando gli hai detto, sì da oggi puoi davvero giocare a calcio ?

Sai, credo che ogni mamma ha dentro di sé le potenzialità per rendere i sogni dei propri bambini una realtà. Non ho detto a Davide da oggi potrai giocare a calcio, è avvenuto tutto in maniera naturale, e anche in questo Davide assieme ai suoi compagni di squadra sono riusciti a darci la più grande lezione di vita.

Non è stato un regalo ma un sacrosanto diritto di ogni bambino a vivere il gioco, qualunque esso sia, in modo naturale tenendo conto dei propri limiti.
il campo è una metafora della vita, nella nostra squadra i bambini disabili e normodotati si confrontano ognuno con le proprie limitazioni ma senza alcuno sconto, l’obiettivo è lo spirito di squadra e un sano agonismo, tutti vogliono vincere e vederli motivati è la nostra più grande soddisfazione .

Un evento o un ricordo che ti ha maggiormente commosso?

È stata la nostra prima partecipazione a una manifestazione sportiva, ” Calcio solidale infest 2016: è stata una grande emozione difficile da raccontare ma che ancora oggi al solo ricordo mi commuove, vedere Davide insieme ai suoi compagni di squadra entrare in campo con la loro divisa fieri e contenti. In quell’occasione c’era come ospite Simone Perrotta, hanno fatto le foto con un vero campione.

Quanto è diverso l’approccio verso un disabile da parte di un bambino e di una persona adulta?

La diversità di approccio del bambino dipende in modo diretto dall’approccio dell’adulto. Molto spesso seppur con tutte le buone intenzioni, la disabilità, in particolare quando colpisce i bambini, è pervasa da un atteggiamento di commiserazione, spesso alimentato dalle stesse famiglie dei bambini disabili. Ecco perché siamo felici che nel nostro piccolo abbiamo vinto anche alcune barriere culturali dei genitori degli stessi disabili che leggevano la commiserazione come rassegnazione.

Tendenzialmente i bambini, se non condizionati dall’adulto tendono ad avere un approccio molto naturale chiedendo ” perché hai la carrozzina?” o perché parli male?”. Soddisfatta la loro domanda iniziano a giocare come se niente fosse, si annullano le diversità corrono verso un solo obiettivo: fare goal!
Gli adulti invece hanno troppe strutture mentali, cercano la parola giusta, che quasi sempre non lo è si rivolgono al bambino disabile facendolo sentire diverso, ecco perché guardandoli giocare è quasi sempre uno stupore, rimangono a bocca aperta vedendo Davide sfrecciare per il campo da una parte all’altra col suo deambulatore arancione.

I Supereattivi

Il messaggio che vuoi lanciare ai genitori dei bambini disabili?

Uscire dall’isolamento e come dicevo in precedenza trasformare la commiserazione in voglia di fare. Ogni bambino ha dei sogni e noi per primi dobbiamo aiutarli a crederci, non bisogna mollare, bisogna insistere e capire come fare a raggiungerli, noi al loro fianco sempre!

Pensi che l’Italia debba fare ancora tanto per i disabili che vogliono praticare uno Sport?

Assolutamente sì, si parla tanto di calcio integrato ma la realtà come la nostra rimane una singola e sola.

Rendere consapevoli e coscienti che è possibile fare ciò che abbiamo fatto noi è un nostro obiettivo. Da diversi anni il tema della disabilità nello Sport ha finalmente preso la sua giusta fetta di importanza, ma tanto si dovrà fare anche per quelle disabilità che oggi non vengono contemplate, esattamente come quella di Davide.
Ogni scuola calcio, dovrebbe avere al suo interno una sezione che dia la possibilità di giocare a tutti.

I Supereattivi
La disabilità come opportunità di andare oltre ai propri limiti

Le maggiori difficoltà che hai trovato quando hai deciso di dare vita ai Supereattivi ?

Le difficoltà che abbiamo trovato sono state quelle relative alla mancanza di informazioni certe e corrette anche da parte degli organi competenti, poche informazioni e molto confusionarie.

Quale messaggio volete veicolare tu e Davide?

Una nuova cultura della disabilità che vada oltre i pregiudizi. La persona disabile, sia essa bambino o adulto, ha diritto a vivere una vita felice, realizzando i propri obiettivi e desideri, bisogna ritornare a un senso civico che si è perso, piccole attenzioni che rendono il vivere quotidiano più facile.
Il rispetto dell’altro e dare le stesse opportunità sia nello Sport che in qualsiasi altra cosa.

 

Giusy Genovese