A 45 anni, il super portiere di Parma, Juventus e della Nazionale campione del mondo 2006, annuncia il suo ritiro dal calcio: una vita in porta, da leader coi guantoni.

“Ho dato e avuto tutto”.

Con queste parole, poche ma incisive, il calcio italiano (e non solo) si è visto ricevere il saluto da uno dei suoi più importanti e iconici rappresentanti: Gianluigi Buffon.

Quarantacinque anni suonati, fisico ancora invidiabile e lucidità possente, il portiere dei portieri dice addio al calcio giocato dopo una vita passata in guantoni tra i pali del primo amore, il Parma ma più di tutti, della Vecchia Signora e della Nazionale italiana.

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Roberto Vicario, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

Considerato da molti come il miglior portiere della storia del calcio, ha attraversato quasi trent’anni di storia, non solo di calcio.

Gli esordi da minorenne nel già citato Parma, il passaggio alla Juve dove soggiornerà per ben 17 stagioni la prima volta e due la seconda volta, dopo una parentesi di appena un anno nel PSG.

Con la Juve, la “sua” Juve, ha vinto di tutto (tranne purtroppo la sempre agognata Champions League), ma soprattutto ha guidato la squadra come un faro per decenni da leader, fratello maggiore, a volte padre.

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Lo stesso con la Nazionale italiana si è laureato Campione del mondo nel memorabile mondiale tedesco del 2006, si è classificato secondo nell’Europeo del 2012 e, insieme a Paolo Maldini, è uno dei due calciatori italiani ad aver superato le 1000 presenze in carriera.

Incubo degli attaccanti, dei centravanti e di chiunque si avvicinasse alla sua porta, ha sempre avuto dalla sua una tenacia e una caparbietà notevoli oltre che ad una potenza fisica e mentale incredibili.

Tante volte caduto, altrettante volte capace di rialzarsi; questo non solo sul campo ma anche nella vita, dopo una delusione professionale e non, qualche parola o frase diventata negli anni virale e/o oggetto di polemiche ma anche di ironia.

Buffon ha avuto sempre dalla sua la costanza di tenere la testa altissima di fronte a tutto questo.

Ha dato e avuto tutto ed oggi quest’uomo qui dice addio al calcio giocato.

Si parla di un suo futuro in azzurro in tuta o in giacca e cravatta ma nell’immaginario collettivo Gigi Buffon è e resta un mito per tutti quelli, grandi e piccini, che intendono vivere il calcio dalla prospettiva della porta, da quello stare fermi e concentrati, sempre in allerta, in attesa dell’avversario che quel reticolo da difendere a qualunque costo, prova a sfondare.

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È e resta un mito per i tifosi bianconeri, per i gialloblù emiliani, per i tifosi italiani, ma in generale, per tutti quelli che amano il calcio al di là dei propri colori e della propria fede calcistica.

Le icone non hanno colore ed è per questo che Buffon è icona, è storia e un giorno sarà leggenda del calcio nostrano ma non solo.

E allora buona vita, Super Gigi.
Ogni tanto rispolvera quei guantoni, così, tanto per farci ricordare quanto è stato bello vederti esordire, vederti crescere, vederti diventare campione, leader.
E’ stato bello conoscere il tuo talento.

 

Simona Cannaò