Se nel mondo del calcio i calciatori che decidono di studiare sono rari (sebbene negli ultimi anni, rispetto al passato, il numero di calciatori laureati è in crescita ma stando a un recente studio di Transfermarkt, sul totale dei calciatori della Serie A, solo lo 0,8% è dottore), il discorso è diverso per quanto riguarda le donne.

Sicuramente, a influire su questo aspetto, è il mancato riconoscimento del professionismo che spinge le calciatrici italiane a dover fare i conti con il futuro e con la necessità di “costruirsi una professione”.

Sara Gama, ad esempio, capitano della Juventus e della Nazionale femminile è laureata in Lingue e letterature straniere; la compagna azzurra Alia Guagni (da poco volata a Madrid) ha una laurea triennale in Scienze motorie e una magistrale in Scienze e tencniche dello sport; Cecilia Prugna, dell’Empoli Ladies, è laureata in Disciplina delle Arti della Musica e dello Spettacolo (DAMS); Giorgia Bertolotti, calciatrice del Chievo Fortitudo Women è dottoressa in Scienze della Comunicazione e Marketing.

La stessa Milena Bertolini, ct delle Azzurre è laureata in scienze motorie e sportive.
Insomma, molte donne del pallone sono laureande o laureate perchè sanno che difficilmente il calcio le darà da vivere.

Ultima in ordine di tempo a diventare Dottoressa in Business Administration (Economia Aziendale) è stata Barbara Bonansea.

barbara bonansea laurea

La talentuosa attaccante bianconera e una delle stelle nazionali ha discusso una tesi dal titolo: “Donne in maglia: il risultato del loro lavoro nel calcio. Un’analisi comparativa tra i campionati inglese e italiano”.

 

Le calciatrici non saranno (ancora) professioniste  e quindi devono disporre di un piano B ma ciò le porta ad essere al contempo campionesse e dottoresse.
…Mica facile conciliare l’attività sportiva (allenamenti, trasferte, gare) e lo studio…