Iván Zamorano non ha mai accusato la concorrenza, era un eccellente uomo squadra. Trovò il suo nido d’amore nella magica Inter della seconda metà degli anni ’90.

Nelle vene di Zamorano scorre sangue cileno e lo si capisce immediatamente dal modo con cui combatteva per ogni pallone – da qui il soprannome “El Terible”.

Dopo un ottimo esordio in patria e un’ulteriore conferma arrivata dal campionato svizzero, Zamorano approda nella prestigiosa Liga spagnola.

Al Siviglia prima e al Real Madrid diede sfoggio delle sue notevoli abilità sotto porta, in particolare grazie ai suoi micidiali colpi di testa.

Il talento di Zamorano era indiscutibile e gli valse il titolo di capocannoniere e una candidatura al Pallone d’Oro. La piazza del Real Madrid però non era il luogo adatto da cui spiccare il volo.

Le figure ingombranti di Laudrup e Raúl si prendevano la scena e nonostante Iván non soffrisse la pressione la cessione sembrò l’alternativa migliore.
Era il 1996 e Zamorano firmava per l’Inter.

Zamorano Inter
Foto: Wikimedia Commons (https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/ad/Jerseys_of_Zanetti%2C_Zamorano%2C_Figo_%26_Veron.jpg)

Pensare che ad inizio carriera la Serie A non fu clemente con lui, con il Bologna che lo scartò durante un provino.

All’Inter invece Zamorano ricevette la sua consacrazione, come protagonista e perfetto uomo squadra.

Va a segno in ben due finali di Coppa UEFA e stringe un rapporto solido con i compagni, in particolare con Javier Zanetti, al punto da diventare il padrino di sua figlia.

L’Inter diventa presto una seconda famiglia per Zamorano, che impara lo spirito di sacrificio: segna meno ma diventa un assist-man di prima categoria per Baggio e Ronaldo.

Al “Fenomeno” Zamorano cede anche il suo numero di maglia, il 9.

C’è un simpatico aneddoto a riguardo: pare che dopo aver scelto il 18 come numero dietro la casacca, Zamorano avesse fatto stampare un simbolo di addizione tra le due cifre, la cui somma restituirebbe proprio 9.

Lascia i nerazzurri nel 2001, sul finire della carriera, prima di dedicarsi all’opinionismo e al ruolo di procuratore per giovani calciatori cileni. Ciò che è certo è che l’Inter resterà sempre una seconda casa per Iván Zamorano.

 

 

Federica Vitali