Un calcio allo stereotipo del calciatore analfabeta e un calcio, nel tempo libero, al pallone per lasciare spazio a penna, un buon libro e un blog (alessangrogazzi.it).

È la storia di Alessandro Gazzi, 530 partite in carriera, 230 delle quali in Serie A. Lazio, Bari, Reggina, Siena, Torino, Palermo e ora capitano dell’Alessandria. Gioca e si diletta a scrivere.

Racconta piccole storie di sé, stati d’animo, emozioni. Permette di far comprendere, grazie alle parole, ciò che non tutti riescono a comprendere guardando una partita. Non c’è tecnica, non c’è tattica. Solo sensazioni. Scrive quello che vive e lo trasmette a chi guarda dagli spalti. Più bello ed emozionate di una diretta.

Grazie a questa sua capacità ha vinto un concorso letterario con un racconto dal titolo “Dieci minuti” che sarà pubblicato in un’antologia che uscirà a maggio:

“C’era questo concorso per racconti sportivi e durante il ritiro, quest’estate, mi sono messo a scrivere di un’esperienza di campo, gli ultimi 10′ di un Bari-Salernitana, una sorta di stato di grazia. Ho raccontato istanti che già allora sentivo che mi sarebbero rimasti impressi”.

IL BLOG 

 “Sul blog scrivo quando mi viene l’ispirazione, rappresenta una piccola percentuale del mio tempo. Ho letto un saggio sul concetto di flow, di flusso di coscienza, e l’argomento mi ha incuriosito molto. Allora ho contattato una psicologa dello sport, Gabriella Starnotti: mi interessava il nesso tra flusso e performance ottimale. Mi ha chiesto di provare a scrivere un testo su quello che mi capitava in campo, l’ho fatto e mi ha detto che avevo delle qualità e che avrei dovuto approfondire questo aspetto. Da lì è nata l’idea del blog, cui mi sono dedicato anche per aprirmi un po’, perché sono molto timido e a voce faccio fatica a esprimermi. Con la parola scritta, invece, mi sono scoperto a mio agio”.

Giorgio Chiellini, Xavi Alonso, Massimo Oddo, sono solo alcuni dei calciatori laureati:

“Il fatto che i calciatori siano ignoranti in parecchi casi è solo uno stereotipo, siamo persone come tutti gli altri. La questione principale è quella del tempo libero che abbiamo: è molto e tanti ragazzi non sanno letteralmente come occuparlo. Io faccio una cosa che mi riesce bene, che mi diverte e mi risulta utile a livello mentale, visto che grazie alla scrittura riesco a dare forma ai miei stati d’animo. È una valvola di sfogo, mi permette di cristallizzare e poi di mettere da parte sensazioni che a quel punto posso dimenticare. Non sono un cervellone o un professore. Sono solo un giocatore di pallone curioso”,

ha dichiarato Gazzi in un’intervista fatta da Repubblica. 

Il capitano alessandrino studia all’Università San Raffaele, frequenta il corso di Scienze Motorie a indirizzo calcio:

“Devo completare quello che ho fatto per 20 anni: mi manca la teoria, sotto tanti aspetti sono ancora ignorante. Ma voglio andare a fondo soprattutto per cultura personale: che gli studi mi saranno utili a livello professionale, ma fondamentalmente lo faccio per me“.

Sara Montanelli

”.