È un momento non semplice per il Pescara calcio alla prese con una situazione sportiva e societaria (?) non delle migliori: zero punti in campionato (eccetto la vittoria a tavolino contro il Sassuolo nel girone di andata).

Una situazione che, dopo il 2-6 subito in casa dalla Lazio, sembra aver preso una piega che con il calcio e lo sport nulla hanno a che fare.

Lunedì notte infatti sono state date alla fiamme, nel cortile di casa, le due automobili del presidente Daniele Sebastiani. Un atto vile che tutto il mondo del calcio ha condannato a partire da Allegri (che giocò nel club abruzzese) per giungere a Tavecchio presidente della Figc e al Coni.

“Dispiace – le parole di Sebastiani all’Ansa – poiché al di là di questo gesto, quello che è successo arriva dopo il lavoro fatto in questi anni per rilanciare Pescara e la squadra. Salire alla ribalta delle cronache per un fatto simile, non porta nulla di buona alla città. Se qualcuno vuole il Pescara deve fare delle offerte a chi, come me, possiede la maggioranza delle quote”.

Si può davvero arrivare a questo? O meglio: il nostro calcio può davvero arrivare a tali gesti? Il risultato di una partita può davvero sfociare in violenza gratuita? Una partita di calcio non è solo divertimento e passatempo? Per gli appassionati e i tifosi con la “F” maiuscola sì, per tutti gli altri non sappia cosa dire.

Francesca Di Giuseppe