Il 1 febbraio del 2012 a Port Said, in Egitto, 74 persone persero la vita travolte da un’invasione di campo dalla violenza inaudita al termine di una partita, qualcosa che con il calcio non ha nulla a che fare ma con la politica si; da un lato c’erano i sostenitori dell’ex presidente Mubarak, dall’altra la falange dei “Fratelli mussulmani”; le forze dell’ordine presenti allo stadio non intervennero neppure per arginare l’arginabile, incuranti di quanto stava accadendo sotto i loro occhi.

In seguito a questa tragedia il Campionato fu ovviamente fermato per quasi due anni, in un Paese che è da sempre quello del continente africano dove il calcio ha più estimatori ma dove ancora oggi è purtroppo in parte invischiato con il potere politico.

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Mohamed Salah giocava in una squadra egiziana di centro classifica prima di arrivare in Europa, al Basilea; se non fosse stato per quella strage brutale, il “Messi d’Egitto” come viene definito, forse sarebbe rimasto sulle rive del Nilo e non avrebbe di certo indossato una maglia con il numero 74 sulla schiena, in ricordo di quell’accadimento. 

L’attaccante ex della Fiorentina e della Roma che attualmente milita nel Liverpool (anche se in queste ore ci sono voci insistenti di una possibile rottura) e che pochi giorni fa ha conquistato le semifinali di Champions League assestando anche un gol, è stato inserito nella classifica delle cento persone più influenti del pianeta dal magazine americano “Time” che gli ha dedicato la copertina e soprattutto un’intervista.

Intervista nella quale Salah prende una posizione netta a favore delle donne nel mondo islamico:Abbiamo bisogno di cambiare il modo in cui trattiamo le donne nella nostra cultura – ha dichiarato al periodico – non ci sono alternative; io sostengo le donne adesso più di prima perché meritano di più e meglio di quanto diamo loro oggi”.

Parole che sono un’esortazione al mondo mussulmano di cui Salah è diventato un’icona soprattutto calcistica (è stato eletto Miglior Giocatore Africano per due anni consecutivi, nel 2017 e nel 2018) ma anche un esempio da seguire.

Le sue parole riguardo alla condizione femminile vanno nella direzione di quanto Salah ha dichiarato in un suo post su Instagram nel quale afferma la sua volontà di essere d’aiuto per fare del mondo un posto migliore…

E iniziare rivendicando i diritti delle donne è sicuramente il migliore dei modi.

Silvia Sanmory