Appena tre giorni fa, la rivista britannica Four Four Two ha pubblicato, dopo un’attenta selezione effettuata dai suoi migliori esperti, la classifica dei cento calciatori più forti di tutti i tempi: argomento quanto mai controverso e difficile da proporre, che si addentra in epoche calcistiche lontane e diversissime tra loro, suscettibile di giudizi talvolta troppo personali nell’esprimere una valutazione finale.
Quali sono i criteri utilizzati dalla rivista per assegnare i posti in questa classifica? Il palmares? Non ci sembra. Il ruolo in cui si sono cimentati? Nemmeno. Quel che è evidente, è che la stessa classifica, sottoposta alla lettura di più persone, non riuscirebbe a trovarne neanche due d’accordo in toto.
E va bene, gli esperti sono loro, potremmo dire. Visto però che si può dissentire, dissentiamo.

Il podio è abbastanza plausibile: al primo posto troviamo Diego Armando Maradona, scelta abbastanza prevedibile, lasciare fuori dai primi tre il Pibe de Oro avrebbe fatto assoluto scalpore. Seguono in ordine Lionel Messi e Pelé, diversissimi per epoca e caratteristiche (Pelé dopo Messi risulta quasi irriverente, non ce ne voglia il grande Leo…), mentre, per la gioia degli eterni rivali, Cristiano Ronaldo si piazza al quinto posto, lasciando le fazioni supporters dei due attuali leader mondiali a discutere e litigare per l’ennesimo motivo.

La prima grossa falla in questa classifica è la clamorosa esclusione dalla top ten di Michel Platini, solo dodicesimo alle spalle di Garrincha, undicesimo, e Zinedine Zidane, addirittura ottavo. Michel Platini, lo stesso ad aver vinto tre Palloni d’Oro di fila nel Campionato, dopo aver conquistato ogni titolo possibile con la Juventus, il trascinatore unico della Francia al titolo Europeo del 1984? Scusate, ma proprio non ci siamo! E non ci pronunciamo sul settantatreesimo posto di Omar Sivori, perché siamo davvero al limite della blasfemia, soprattutto al cospetto degli estimatori più anziani…

La seconda voragine riguarda i calciatori italiani. Qui sembra davvero che i giornalisti anglosassoni si siano divertiti a tirare a casaccio. Il primo è Franco Baresi, quindicesimo: un difensore, scelta singolare, che tuttavia precede di quasi 40 posizioni il suo “diretto concorrente” Gaetano Scirea, solo cinquantatreesimo. Non emergono particolarmente né Gianni Rivera né Roberto Baggio, due dei numeri “10” più talentuosi della storia del calcio italiano, rispettivamente al 38simo e 52simo posto. Ma, restando in ambito di “10”, è quasi incredibile non leggere nella Top 100 i nomi di Alessandro Del Piero e del suo storico amico/rivale Francesco Totti: se i primi due citati possono vantare meno rilievo in campo internazionale, sebbene entrambi protagonisti in una finale mondiale contro il Brasile, i secondi hanno avuto “soltanto” il merito e la fortuna di laurearsi Campioni del Mondo con la Nazionale italiana, nel 2006… Per non elencare poi ciò che hanno rappresentato come bandiere delle loro rispettive squadre di club: merce più unica che rara, dal valore incommensurabile.

Niente da dire, gli esperti del Four Four Two si sono presi proprio una bella gatta da pelare. A riprova che nel calcio i fattori variabili sono veramente numerosi per essere gestiti in maniera obiettiva, per quanto si posseggano mezzi e competenze per farlo. Il sentimento, specie quello di appartenenza, ci ha portato a difendere i paladini del nostro calcio, quelli che abbiamo visto giocare o quelli che abbiamo sentito raccontare dai nostri nonni. Ci perdonino le critiche, fatte senza malizia; in ognuno di quei nomi, c’è una parte di noi, della nostra vita: troppo, per essere ridotto a un semplice numero.

 

Daniela Russo