Sulle pagine di Gol di Tacco ASpillo in esclusiva la stella del calcio femminile italiano: Melania Gabbiadini, bomber dell’Agsm Verona e della Nazionale italiana di calcio.

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Com’è nato l’amore per questo sport?
Ho iniziato a giocare a 9 anni, tutti in famiglia giocavano a calcio: papà, zii, cugini. È stato automatico per me avvicinarmi a questo sport, credo di averlo sempre avuto nel DNA.

Sei una attaccante molto duttile tuttavia in che posizione senti di rendere al meglio?
Diciamo che per le qualità che ho, preferisco giocare in fascia, sfruttare la mia velocità e vedere il gioco in avanti.

Quali sono le tue caratteristiche tecniche?
Le mie caratteristiche tecniche sono dribbling, tiro e velocità.

In quale calciatore italiano ti identificheresti sotto il profilo del gioco?
Non lo so in quale giocatore mi potrei identificare, difficile fare un paragone, diciamo però che ho sempre seguito come modello Shevchenko per il suo modo di giocare.

In Italia il calcio femminile è ancora un fenomeno emergente, hai mai avuto proposte di ingaggio da squadre estere visto il tuo enorme potenziale?
Ho avuto richieste dall’estero, negli Stati Uniti, Francia e Germania, ma per motivi extracalcistici sono sempre rimasta in Italia. Ora è troppo tardi per me provare un’esperienza all’estero, ma va bene così, sono contenta di ciò che ho fatto e sto facendo qui.

epa03786984 Italy's Melania Gabbiadini (C) celebrates with her teammates Raffaella Manieri (L) and Cecilia Salvai (R) after scoring the 1-0 lead during the UEFA Women's EURO 2013 group A soccer match between Italy and Denmark at Orjans vall in Halmstad, Sweden, 13 July 2013. EPA/BJORN LINDGREN SWEDEN OUT

Tempo fa hai affermato che nessuna calciatrice riesce a vivere di solo calcio e che l’impegno è pari a quello di un calciatore uomo, sui compensi però c’è un abisso. Credi che alla base di questo stato di cose ci siano soprattutto dei radicati pregiudizi?
Credo ci siano una serie di cose, a partire dai pregiudizi che l’Italia ha sul calcio femminile, ma non solo. Bisogna investire sulla nostra realtà, avere un’organizzazione che ancora oggi non c’è, far conoscere quello che viviamo ogni giorno, la lista direi che è bella lunga per migliorare e arrivare alla pari con gli altri Paesi.

Quale allenatore ha inciso in maniera determinante sul tuo percorso professionale?
Diciamo che ogni allenatore che ho avuto mi ha dato sempre qualcosa per migliorare. È impossibile fare un nome, ho ascoltato e imparato molto in tutti questi anni da ognuno di loro.

C’è un allenatore speciale che sogneresti ti allenasse?
Difficile rispondere a questa domanda. Ogni allenatore ha le proprie idee di gioco e di come vede il calcio. Se dovessi citarne uno preso dal maschile credo allora direi Guardiola.

Migliore calciatrice italiana, pluri-vincitrice del Pallone d’Oro, cosa manca ancora alla tua vita professionale?
Ho vinto tanto e sono fortunata. Sicuramente giocare in una grande squadra con grandi giocatrici favorisce anche i premi personali. Oserei dire che sarebbe fantastico completare con la vittoria dell’Europeo con la Nazionale.

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Sei cresciuta in una famiglia di calciatori, tuo padre è stato un portiere, tuo fratello è attualmente un attaccante del SSC Napoli. Quali consigli sentiresti di dare a Manolo per questo finale di stagione?
Allenarsi e giocare con grandi campioni ti fa crescere e imparare molto. Davanti ha quel mostro insostituibile di Higuain, ma per quanto ha giocato Manolo ha sempre dimostrato di far bene e di impegnarsi. Quindi il consiglio ora è quello di continuare così, farsi sempre trovare pronto e far vedere le sue qualità, come sta dimostrando.

Valeria Iuliano