A questo Mondiale non sono mancati i colpi di scena: tra grandi esclusioni, eliminazioni e rivelazioni, le uniche favorite, pronosticate a inizio avventura , ancora in gara sono Francia e Inghilterra.

La Francia già in finale dopo aver battuto ieri sera il Belgio di Martinez, attende il match di oggi per scoprire chi tra Inghilterra e Croazia si contenderà il titolo insieme a lei.

Inghilterra da un lato, Croazia dall’altro allo Stadio Luzniki: antipasto del(la) gran finale

Inghilterra da un lato, Croazia dall’altro, quello che questa sera si disputerà allo Stadio Luzniki è solo un piccolo antipasto del(la) gran finale. Stesso stadio di quella che sarà l’ultima puntata di una saga meravigliosa messa in scena in quel di Russia e due nazionali che di questa avventura sono tra le grandi protagoniste. L’ultimo sforzo prima dell’ultimo atto, potenzialmente trionfale. 

Croazia, favorita tra le sfavorite, e Inghilterra, che da favoritissima sulla carta ha saputo esserlo anche e soprattutto sul campo, l’una contro l’altra, faccia a faccia per la seconda volta in un torneo internazionale. L’unica volta che le due compagini si scontrarono in un torneo ufficiale ebbero la meglio gli inglesi e l’incontro risale alle fasi a gironi di Euro 2004. Mentre in generale sarà l’ottava volta in cui le due nazionali si ritroveranno l’una di fronte all’altra. Due vittorie inglesi a fronte delle due vinte dai croati.

Per la Croazia è la quinta partecipazione ad un Mondiale e il miglior risultato ottenuto è da rintracciare a Francia ’98 quando la nazionale a scacchi, rifondata da ormai quasi un decennio , si piazzò 3° avanti all’Olanda ma stroncata proprio in semifinale contro la Francia, che potrebbe ritrovare questa volta in finale. 

La rifondazione Croata, iniziata immediatamente dopo la disgregazione dell’ex Jugoslavia alla quale è stata assoggettata per anni non riuscì ad essere ammessa al Mondiale del ’94 perché riammessa alla UEFA troppo tardi per le qualificazioni, così è proprio la storica semifinale di Francia il primo grande risultato raggiunto da quella nazionale neo-nata. Ad eccezione del ’98, la Croazia nelle competizioni internazionali si è sempre fermata ai quarti di finale, l’ultima volta ad Euro 2008.

L’Inghilterra dal canto suo questa sera giocherà la terza semifinale della sua storia, di cui una vinta contro il Portogallo valsa poi il titolo nel lontanissimo mondiale 1966. In un Mondiale fatto di europee è l’occasione per battere per la prima volta due nazionali europee ad un mondiale, evento inusuale visto che non si verifica dal 1982. 

Gli inni

God save the queen

L’inno britannico è l’inno più famoso al mondo considerato il vastissimo utilizzo internazionale del componimento. Utilizzato infatti non soltanto in Madre Patria ma anche nei territori legati dal Commonwealth, è stato composto nel lontano XVIII secolo, tra la fine degli anni ’30 e gli inizi degli anni ’40 del 1700, ancora oggi in auge, noto come “God save the Queen” che all’occorrenza può trasformarsi in God save the King, a seconda del sesso del regnante. 

Lijepa naša domovino

Lijepa naša domovino (La nostra bella Patria), o Lijepa naša è l’inno croato, relativamente meno attempato di quello inglese è stato adottato come inno del regno di Croazia-Slavona nel 1891 e adottato ufficialmente come inno nazionale dello stato indipendente croato nel 1972 e riconfermato nel 1990 anche dopo l’indipendenza dalla Jugoslavia.
Spesso in passato si è teso a marginalizzare la paternità dell’inno, appartenente a Josip Runjanin un ufficiale austro-ungarico all’epoca simpatizzante croato.

La rosa nazionalista inglese contro la variegata lista croata

Delle tre rose attualmente ancora in gara solo l’Inghilterra presenta un organico interamente nazionalista, quasi autarchico. La peculiarità della lista dei ventitré inglese infatti è quella di essere composta esclusivamente da giocatori militanti “in casa”. Manchester City e Manchester United sono i Club di provenienza della maggior parte dei giocatori che compongono la nazionale inglese, ma anche Tottenham, Leicester, Everton, Stoke, Burnley… Diversi i club inglesi di appartenenza ma nessun club straniero. A partire dal gettonatissimo Herry Kane alla rivelazione Maguire, passando per Vardy, Sterling e Dele Alli: tutti made in Premier. Una peculiarità che si riflette sul sistema di gioco, gli uomini di Southgate, lo avremo notato un po’ tutti, l’espressione concreta della filosofia calcistica tipica del calcio angolsassone.

La Croazia al contrario offre un organico ampio e variegato, pezzetti di calcio europeo dai club più blasonati a quelli meno ambiti, e un assemblaggio non semplice inizialmente da far quadrare ma che finora ha dimostrato una compattezza rivelatasi fondamentale e che alle prime battute sembrava di dubbia longevità. Grandi nomi e grande tecnica a partire da Luka Modric, il capitano tutto fare che nulla ha da invidiare e da temere ad Herry Kane capocannoniere assoluto della competizione con 6 gol messi a segno. 

Modric

Modric capitanissimo da un paio di anni, fulcro della nazionale biancorossa, cinque volte miglior calciatore croato, nonché miglior centrocampista della scorsa edizione di Uefa Champions League, considerato un papabile candidato al Fifa Balon d’Or 2017. Spesso eclissato dai compagni super star, da Ronaldo a Ramos, si è rivelato l’uomo snodo del centrocampo anche ai più avversi. Già campionissimo al Real Madrid dove ha più volte dato modo di risultare imprescindibile, ha approfittato del Mondiale per spiccare in tutta la sua grandiosità. Tantissime le occasioni create, due reti, un assist, titolarità inamovibile, fantasia, visione di gioco, imprevedibilità… chi ne ha più ne metta perché le qualità di Luka Modric sono infinite, e altrettante sono quelle messe in mostra in questo mese in Russia. Quel rigore contro la Russia che ha fatto tremare per un attimo ma entrato chirurgicamente malgrado l’intuizione dell’estremo difensore russo, il volto del capitano si rilassa e i tratti si rasserenano, la Croazia è in gioco ancora una volta e il capitano può sorridere giocandosi l’invito ad appollaiarsi nel podio dei migliori, oltre che un posto tra gli eroi nazionali.  

Kovacic

Ancora poco brillante, al contrario, Mateo Kovacic, il croato ex nerazzurro promessa del calcio mai sbocciata, il classe ’94 passato dai nerazzurri ai blancos non è ancora riuscito, né in Spagna, né in Nazionale ad imporsi come elemento determinante di cui non poter fare a meno. L’errore dal dischetto nello scorso match contro la Russia ha ulteriormente marcato l’incompiutezza di cui ancora è vittima; carattere mai davvero compreso e tecnica più volte discussa, il centrocampista pare manchi di quella consapevolezza – o autostima – necessaria a tirar fuori la grinta giusta per imporsi da leader, più che con la squadra, con se stesso.

Dele Alli

Alli il centrocampista “box to box”, considerato il jolly di centrocampo per il suo apporto sia in fase difensiva che offensiva, deludente fino allo scorso match, complice l’infortunio, ha di fatto suggellato ciò che Maguire aveva già introdotto: la semifinale di Russia e la possibilità di un’onorificenza millenaria.

 

Egle Patanè