Nove anni per imporsi e meravigliare alla guida di Valencia e Liverpool salvo poi, in un alternarsi di panchine, cadere nel baratro: in meno di un anno Rafa Benitez ha fallito con il Napoli (quinto posto in classifica, ovvero niente Champions), è stato esonerato dal Real Mardrid (sostituito da Zidane che ha condotto la squadra in finale di Champions) e, come se non bastasse, è retrocesso con il Newcastle.

Voleva tentare l’impresa, dopo la delusione partenopea e l’umiliazione “galactica,” di salvare il Newcastle, così, lo scorso marzo, ha rilevato da Steve McLaren una squadra penultima con 24 punti in 28 partite. Missione non semplice ma necessaria per cancellare un recente passato fallimentare.

Oltre al danno anche la beffa e il Newcastle, guidato da Benitez, saluta la Premier. Una retrocessione, non la prima (circa venti anni fa salutò la prima divisione spagnola alla guida di Extremadura) che pesa come un macigno anche in virtù dei falliti scontri diretti salvezza: pareggio in casa con il Sunderland  e sconfitta a Norwich.

Don Rafa Re di coppe è in decadenza?

Era l’estate del 2001 quando il Valencia affidò la sua panchina a un Benitez in piena gavetta con un passato alla guida di piccoli club. La scommessa si rivelò vincente: Benitez vince la Liga riportando il titolo nazionale nella città valenciana dopo 31 anni. Tre anni ad alti livelli, due titoli nazionali e una Coppa Uefa segnarono l’ascesa del tecnico spagnolo.

Carriera che troverà il suo apice a Liverpool. Con i Reds vincerà subito la Champions League contro il Milan in una partita storica, vinta dagli inglesi ai rigori ma dopo un’epica rimonta. In sei stagioni il Liverpool di Rafa strabilierà tutti per il suo gioco e porterà in bacheca numerosi trofei.

Una breve parentesi all’Inter e il successivo approdo al Chelsea lo incoronano Re di Coppe: con i nerazzurri, in soli sette mesi, salvo poi rescindere il contratto, ha vinto la Supercoppa italiana e la Coppa del Mondo per club; con i blues ha vinto l’Europa League ma è proprio a Londra che ha inizio la sua fase discendente. Il Chelsea campione d’Europa in carica uscì nella fase a gironi di Champions League, accedendo così all’Europa League. In seguito la squadra ha perso la finale di Coppa del mondo per club e ha concluso la stagione al terzo posto in Premier.

Prima Napoli, poi Real e, infine, Newcastle erano le occasioni, per Rafa, per tornare a essere “quel tecnico preparato e stimato” e non quello che qualcuno, oggi, giudica un “sopravvalutato” : quello che fino a qualche anno fa era l’umile tecnico capace di coltivare talenti ed esprimere un calcio vincente sta vivendo uno dei momenti più negativi della sua carriera.

Caterina Autiero