Ciò che è accaduto nelle ultime ore in casa Viola è qualcosa di surreale…

L’era Gattuso non è nemmeno iniziata.
L’allenatore calabrese era stato ufficializzato meno di un mese fa, ma qualcosa si è incrinato tanto da arrivare a una rottura precoce.

“ACF Fiorentina e Mister Rino Gattuso, di comune accordo, hanno deciso di non dare seguito ai preventivi accordi e pertanto di non iniziare insieme la prossima stagione sportiva” si legge nel comunicato diramato dal club toscano.

Alla base di questa decisione, come nella maggior parte delle separazioni tra club e tecnici, c’è la non comunione d’intenti per quanto riguarda la compravendita di giocatori.

Ringhio aveva accettato il lungo corteggiamento di un ambizioso Commisso e aveva avuto garanzie sugli investimenti volti a iniziare una nuova era e a costruire una squadra più competitiva.

E, così, il buon Gattuso, una volta accasato, ha delineato come da prassi la sua linea richiedendo alla società alcuni giocatori.

Ma, tra i due litiganti pare ci sia un terzo incomodo…

Già perchè tra i nomi fatti dall’allenatore ex Napoli ci sono vari portoghesi assistiti da un tale Jorge Mendes, procuratore tra gli altri, dello stesso Gattuso.

Uno su tutti, il centrocampista del Porto Sergio Oliveira.

Il club viola pensava di poterlo acquistare per 10-12 milioni, ma la richiesta del club portoghese e del suo agente (Mendes per l’appunto) è stata di 20 milioni e 3,5 milioni di ingaggio. Troppo distanti e così Gattuso, che pensava di aver già il centrocampista per la prossima stagione, ha iniziato a borbottare.

Idem per l’esterno offensivo del Valencia, Gonçalo Guedes, che al fronte dei 15 milioni iniziali avrebbe avuto un costo ben oltre i 20.

A questo si aggiunge l’incontro avuto tra Barone e lo stesso Mendes durante il quale, la Viola tramite il suo dg chiarisce di essere disposta a trattare giocatori dell’agente del portoghese, ma non in esclusiva e a prezzi accessibili.

Tant’è che, immediatamente gli avvocati delle due parti hanno iniziato a lavorare per trovare una via d’uscita consensuale. 

Il contratto di Gattuso e dei suoi collaboratori non verrà depositato in Lega e la società viola cerca, adesso, un nuovo allenatore. Tra i nomi caldi ci sono Claudio Ranieri che conosce già la piazza, l’ex giallorosso Rudi Garcia ma non si esclude un Iachini tris (vista la stima che Commisso nutre per il tecnico ascolano).

Staremo a vedere, quel che è certo è che la Fiorentina sembra non trovare pace dopo una stagione difficile dal punto di vista dei risultati e dell’organizzazione: basti pensare all’alternanza in panchina tra Iachini e Prandelli.

Un vero e proprio terremoto la cui magnitudo potrebbe generare scosse disastrose visto che anche Giancarlo Antognoni, il cui contratto scadrà alla fine di questo mese, potrebbe mollare visto che la proposta che gli ha fatto l’attuale società sembra un declassamento da club manager a membro del settore giovanile e scouting.

Un sisma che lascia, un po’ ovunque profonde crepe.

Ne esce distrutta la Fiorentina in quanto società.

Da quando Commisso ha acquistato la Fiorentina (2019) è sempre stato l’anno zero, l’anno del rilancio ma, nei fatti, nell’ultimo biennio la Fiorentina ha sempre e solo lottato per non retrocedere.

Commisso si è presentato con grandi sogni e dichiarando di voler costruire una Fiorentina all’altezza della sua ambizione.

“Firenze merita una grande squadra” aveva dichiarato ma, al momento sembra che i fatti non abbiano seguito i proclami come si evince dai numeri.

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fonte immagine: profilo twitter uff del club viola

Troppe le celte rivelatesi sbagliate nell’era Commisso.

In primis assenza di un progetto tecnico condiviso, difeso e pluriennale.
Con l’italoamericano, la guida tecnica della squadra non è mai stata continua: Montella, Iachini, Prandelli, nuovamente Iachini poi Gattuso che non ha nemmeno iniziato e poi…staremo a vedere.

Poi spese non ponderate.
Basti pensare a Pedro, acquistato per 14 milioni dal Fluminense e, dopo appena 4 resenze rispedito in patria, al Flamengo (per 12 milioni pagabili in 3 anni).
Con lui, nel primo anno di Commisso, arrivarono anche (fra l’estate e gennaio) KouameBoatengLirolaPulgarDuncanIgor e Cutrone  tutti giocatori che poi hanno lasciato Firenze.

E ancora, nel secondo anno di gestione italoamericana, oltre a Lucas Martinez Quarta, pagato 6 milioni dal River Plate, nel mercato invernale sono arrivati RosatiMalcuit (in prestito dal Napoli) e Aleksandr Kokorin dallo Spartak Mosca per 4,5 milioni di euro: insieme, questi tre, hanno collezionato poco più di 300 minuti complessivi in campo.

Ne esce distrutta la tifoseria.

La tifoseria viola, dopo due anni passati a fare i conti con una classifica complicata, deve convivere con un’altra batosta.

Rabbia e scoramento la fanno da padrone.

“Di certo non meritiamo tutto questo. Ci vorrebbe uno sceicco che s’innamora di Firenze”;
Gattuso fa benissimo ad andarsene, mica vuole lottare per la salvezza”;
Da mesi diciamo che non bisogna cedereal ‘sistema’e ai procuratori ‘potenti’ e ora che il presidente si ribella lo contestiamo?”.

Come si evince dai botta e risposta tra i tifosi, la piazza è scossa e non trova pace, nemmeno dopo l’era Della Valle.

Urge assolutamente uno stadio nuovo, una guida tecnica di fiducia con una progettualità assodota e con una direzione verso un nuovo progetto perché i tifosi viola meritano di più.

Ne esce distrutto il calcio (dei procuratori).

Il triangolo Fiorentina-Gattuso-Mendes che ha scatenato il terremoto evindenzia un rapporto sempre più complicato tra il calcio reale e quello di chi lo gestisce.

Mendes, come detto, è agente di Gattuso e avrebbe voluto piazzare in Viola più di un suo assistito.

Una trama che non è piaciuta a Commisso, promotore tra l’altro dell’abbattimento dei costi per le commissioni ai procuratori e che, come dimostrano i dati pubblici della Figc, in questi due anni non ha mai dilazionato le provvigioni ai manager con cui ha lavorato.

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Così, non appena ha avuto il sentore che, con l’ingresso negli affari viola del potente portoghese molte delle trattative sarebbero state influenzate, con costi non sempre trattabili, senza mezze misure, ha rifiutato certe imposizioni che, purtroppo, sono sempre più frequenti nel calcio moderno.

Basti pensare al Wolverhampton che è diventato a tutti gli effetti una squadra satellite di Mendes tanto da essere etichettato come la “squadra di Jorge Mendes” o al Valencia che in virtù della forte amicizia tra il magnte Peter Lim e Mendes (tanto da averlo voluto come testimone al suo matrimonio), negli anni ha fatto sempre più affari con l’agente portoghese (ma ha anche accumulato debiti su debiti).

Non solo. Un altro aspetto non di poco conto è l’influenza dell’agente sulle richieste tecniche di un allenatore.

Siamo sicuri che siano solo scelte di campo?

Gattuso come Mourinho?

Quando lo Special One, nel 2004, dal Porto passò al Chelsea grazie all’intermediazione di Mendes,  portò con sè – negli anni – numerosi assistiti di Mendes (Ricardo CarvalhoPaulo FerreiraTiago e Maniche); stessa cosa avvenne all’Inter, basti citare Quaresma.

Stando a quanto emerge pare che il procuratore portoghese, d’accordo con Gattuso, avrebbe voluto portare a Firenze almeno quattro o cinque suoi giocatori.

Insomma, l’epicentro di questo terremoto è proprio il potere sempre maggiore che hanno i procuratori.