“Se ami lo sport, racconta lo sport”. Questo lo slogan che ha accompagnato l’evento organizzato da Football news 24 presso la sala conferenze di Via del Serafico a Roma. “Palla al centro” il nome della manifestazione rivolta a tutti gli appassionati ma soprattutto a chi spera un giorno di poter entrare a far parte di questo mondo, creandosi delle opportunità e quindi mettendo la palla e se stesso/a al centro della propria vita.

Ospite d’onore il Mister Fabio Capello insieme a tanti altri professionisti del settore del calibro di Massimo De Luca, Marco Cherubini, Ciro Venerato, Furio Zara e il Mister Pasquale Marino. Sì è venuta a creare un’atmosfera familiare, complice anche la piacevole conduzione di Anna Maria Baccaro. Volti noti dello sport che si ha l’impressione di conoscere da sempre sia per la loro grande umanità e passione e sia perché grazie alla tv, alla radio e ai giornali, ospiti in casa nostra lo sono stati.

Una vera e propria lezione di vita che ha come unico comune denominatore il rispetto. Nella valigia del giornalista tante devono essere le cose da portare, ma in primo luogo è necessario equipaggiarsi di una buona dose di pazienza, umiltà e coraggio. “La notizia è ricca di tornanti e curve, mai di rettilinei”. Così afferma Ciro Venerato, giornalista di Rai Sport ed esperto di calciomercato.

Le fake news potrebbero essere dietro l’angolo, per questo occorre documentarsi sempre, chiedere conferme più e più volte se necessario. “Siate artigiani della notizia” così continua Venerato che sprona la platea a riscoprire, nonostante l’avvento dei social, il piacere e il lavoro certosino che questo mestiere richiede e che è poi la sua bellezza. Sulla stessa lunghezza d’onda è il pensiero di Furio Zara giornalista e scrittore, che parla di “Un’idea di mondo”, ovvero la necessità di ritrovare in ognuno di noi un bisogno personale di conoscenza. Onestà e credibilità.

Bisognerebbe essere in grado di capire se una notizia può interessare o meno ed evitare quindi di pubblicare approfondimenti superflui e sterili. Non si può scrivere di tutto. Molto bella la metafora che Zara ha utilizzato in merito al nuotare oppure rimanere a galla. Il mare delle notizie è talmente vasto che il compito del giornalista deve essere quello di guidare il lettore in profondità, aiutarlo ad inseguire la notizia e non a rimanere “ostaggio” di essa e quindi restare in superficie e galleggiare. Non si svilupperà mai un pensiero critico se non si va a fondo. Oggi i social se da una parte hanno contribuito a una più facile reperibilità delle notizie, dall’altra però hanno impedito che ci possa essere una selezione di esse, arrivando al punto che non si sa più cosa sia vero e cosa no. Il calcio è magico perché non si limita ad essere solo la partita in sé e per sé, ma diventa molto altro.

Dalla carta stampata si trasforma in suoni, voci, immagini e non potevano raccontarlo meglio, Massimo De Luca e Marco Cherubini, storici volti di Rai e Mediaset e voci inconfondibili. Pensiamo a De Luca conduttore del celebre programma radiofonico “Tutto il calcio minuto per minuto”. Anche qui la prima regola è il rispetto di chi ci ascolta, dal bambino di 15 anni all’anziano di 80 che per forza di cose avranno tempi e modi di apprendimento diversi. Per questo motivo sostiene Massimo De Luca bisognerebbe evitare un linguaggio “covercianese”, cioè iper tattico e tecnico poiché tutti devono avere l’opportunità di capire. “Far riposare le orecchie”, interviene così Fabio Capello in merito ad un altro importantissimo tema, quello delle immagini.

L’immagine di per sé è molto potente e sa essere molto più esaustiva di tante parole. Bisognerebbe evitare di parlare sopra le immagini e quindi evitare il protagonismo nella telecronaca. Per un attimo si è tornati indietro nel tempo con le straordinarie imitazioni di Gianfranco Butinar che ha riportato in vita una fetta di calcio che non c’è più attraverso le voci dei più grandi telecronisti tra cui Bruno Pizzul. Ultimi ma non per importanza gli allenatori Pasquale Marino e Fabio Capello.

Interessante il punto di vista del primo che ha visto il calcio cambiare notevolmente a partire dalle nuove regole che sono state introdotte a finire al numero di persone impiegate nello staff e ai rapporti con i procuratori. C’è un aspetto però che non cambierà mai : senza giocatori di qualità, il modulo impiegato non farà mai la differenza. Avere chi ti salta l’uomo e crea superiorità numerica fa la differenza non un 4-3-3 o un 4-2-3-1. Per ultimo è rimasto colui che ultimo non è mai stato ovvero Fabio Capello. Un vincente, uno a cui il calcio scorre nelle vene. Si potrebbe ascoltarlo per ore, perché ciò che dice arriva diretto, chiaro. Il calcio è una cosa semplice dice. Il problema più grande viene dalle scuole calcio e da quei genitori che fanno sentire i loro figli i più bravi del mondo, senza insegnargli il rispetto e i valori di cui lo sport si fa portavoce. Non si impara più dai più dai bravi perché noi ci crediamo tali e anche perché “i più bravi ce li lasciamo sfuggire”.

Secondo il Mister l’errore più grande che si può commettere oggi è insegnare più la tattica e meno la tecnica. “Non insegnano la tecnica perché è più difficile. Perché tu al calciatore lo devi correggere, gli devi insegnare il gesto.” Lui che sa come si fa è sempre pronto a mettersi in discussione e questa è la sua forza. Si domanda ancora se quella volta durante la coppa Intercontinentale con il Milan, abbia fatto bene a schierare Raducioiu al posto di Savicevic erroneamente dato per squalificato. Perse quel trofeo ma vinse qualcosa in più dimostrandosi corretto con il calciatore che durante gli allenamenti si è sempre fatto trovare pronto. Appassionato d’arte, Picasso l’artista preferito, si potrebbe definire anche lui un’artista. Le sue squadre infatti sono state dei capolavori.

Elisa Licciardi