Manuel Nocciolini, attualmente in forza al Pordenone, non ama soltanto il calcio: ci rivela egli stesso la sua passione per la musica e l’ “attrazione fatale” per il mondo della moda…

Solare, altruista, lottatore e testardo: questo è Manuel Nocciolini, ex attaccante di Forlì e Parma, che sta disputando il campionato di Lega Pro con il Pordenone Calcio. Dopo aver trascinato il Forlì in finale playoff della Serie D, giocato e vinto il campionato di Lega Pro con il Parma l’anno scorso e aver debuttato con la maglia crociata in B, ha deciso di mettersi nuovamente in gioco andando, a gennaio, in prestito a Pordenone.

Ho fatto due chiacchiere con Manuel per farvi scoprire non solo il suo cuore rossonero, ma anche alcune  passioni come la musica e la moda.

Quando è iniziata la tua passione per il calcio e dove hai mosso i primi passi? Chi era il calciatore a cui ti ispiravi?

Tutto è iniziato grazie a mio nonno che mi ha fatto avvicinare al pallone quando ero molto piccolo. Lui allenava la squadra del mio paese e io, all’età di 4 anni, andavo al campo insieme a lui: così è nato il mio amore per il pallone. È stato anche il primo a portarmi allo stadio per vedere una partita: la prima volta sono andato a San Siro, ma ci sono tornato tante altre volte insieme lui. Oltre ad avermi fatto appassionare al calcio, abbiamo condiviso anche l’amore per il Milan.

Il mio calciatore preferito? Schevchenko, il mio idolo indiscusso. Infatti, quando sono arrivato a Pordenone avevo inizialmente scelto il 32, poi, quando è andato via un mio compagno che aveva la 7, ho chiesto se potessi averla io. Fortunatamente hanno deciso di accontentarmi”

Cosa ti ricordi della stagione passata a Forlì?

Oltre alla Ribelle, il Forlì mi ha rilanciato. È stata un’annata splendida,  sempre in quell’anno eravamo riusciti ad arrivare in finale playoff, ma purtroppo l’abbiamo persa. Questa stagione mi ha aiutato tanto non solo per farmi notare di nuovo ma anche perchè  Mister Gadda mi ha trasformato da prima/seconda punta a esterno destro, un nuovo ruolo che mi ha permesso di far uscire il meglio di me: infatti ho realizzato ben 26 reti, conquistando anche il secondo posto nella classifica dei marcatori del campionato di Serie D, dopo Pera.

Foto Fantini

Cosa hai pensato, quando hai ricevuto la telefonata del Parma?

Subito non ci credevo, poi ho incontrato il Ds e Direttore generale del Parma e ho capito che facevano sul serio. Venendo da una stagione così positiva a Forlì, ho deciso con il mio procuratore di puntare tutto sull’ opportunità che mi offriva il Parma. Conosciamo tutti la storia del Parma, io poi  la guardavo sempre in televisione e volevo vivere l’emozione di indossare la crociata. Giocare in un stadio blasonato come il Tardini,  davanti a una tifoseria meravigliosa, fa venire i brividi.

Che emozioni hai provato il 17 Giugno, visto che il tuo gol è stato  decisivo per chiudere la partita?

Per la finale si è spostata un’intera città per seguirci: è stata una soddisfazione bellissima e  oltretutto fare un gol rocambolesco ma così importante è stata veramente un’emozione indescrivibile, solo a pensarci mi viene la pelle d’oca. Ora come ora rimane la giornata più bella della mia vita calcistica perché non solo ero tra gli undici titolari, ma ho anche segnato il gol del 2-0. Diciamo che l’importante era segnare,  c’è un certo Inzaghi che ci ha fatto una carriera intera con questi gol e uno così volevo segnarlo pure io.

Wirestudio

Quando è nata la tua particolare esultanza con la barba?

E’ nata l’anno scorso, quando mi hanno soprannominato “Barba Bomber”. Volevo fare un’esultanza nuova che non avesse fatto nessuno e fosse simpatica. Da lì ho pensato di lisciarmi la barba dopo un gol. Prima esultavo semplicemente, ma nulla di particolare.

Hai deciso di ripartire ora con il Pordenone: che squadra e ambiente hai trovato al tuo arrivo? Come ti stai trovando?

Ho trovato una società e una squadra molto ambiziose. Negli ultimi due anni hanno disputato due semifinali playoff, prima con il Pisa e poi con il Parma, quindi  stanno puntando a qualcosa di importante. Ho scelto loro perché avevo bisogno di giocare e voglia di dimostrare quello che posso fare,  sentivo la voglia di far qualcosa di più e di sentirmi importante.

Che differenza c’è tra lo scorso girone di B e quello di quest’anno?

Secondo me quest’anno è un pochino più equilibrato,  tante le squadre forti e attrezzate ma l’unica che ha staccato le altre è il Padova, prima in classifica di questo girone. L’anno scorso invece c’ erano più squadre competitive che potevano ambire alla vittoria del campionato, tra cui Venezia e Parma.

Molto spesso si parla del rapporto tra i professionisti e il mondo social,  dei problemi che talvolta ne derivano:  tu che ne pensi e che uso ne fai?

Penso che oggi tutti siamo un po’ schiavi dei social, non solo noi giocatori. Li utilizzo da poco e mi piace usarli, ma non bisogna abusarne perché purtroppo ti portano un po’ fuori dalla realtà. I tifosi sui social? Commentano, criticano e ti fanno i complimenti e questo fa tutto parte del gioco. La critica, però, deve essere costruttiva e non un insulto.

Il tuo rapporto con la moda?

Mi piace molto. In particolare, adoro fare shopping, le scarpe …  Sembro una donna insomma (ride). Impazzisco in particolar modo per le scarpe e  le borse-zaino,  se sono personalizzate  ancora di più.

Molti conoscono la tua passione per la musica. Se dovessi scegliere un paio di canzoni come colonna sonora della tua vita, quali sarebbero?

Sono ‘ Here without you’ di 3 doors down e ‘Missing’ di edx,  sicuramente. Mi piace molto non solo ascoltare la musica, ma anche mixarla: infatti ho anche una piccola consolle a casa con cui mi diverto a creare qualche nuovo pezzo.

Aurora Levati

(immagine copertina mondoudinese.it)