Dopo la deludente prestazione nella gara di andata per le semifinali di Coppa Italia contro l’Atalanta e la disfatta di Genova, per gli Azzurri ogni strada pare inesorabilmente in salita, ad iniziare dal match n. 2 proprio contro la Dea

Da troppo tempo a questa parte, il tifoso del Napoli avverte sempre più pressante quella sensazione di “dolore e martirio” che pare caratterizzare l’essere tifoso della squadra cittadina.

Finita l’era ancelottiana tra le notizie note e quelle meno, iniziata poi l’era gattusiana, tra gli entrambi leciti dubbi e speranze, il Napoli attualmente sembra aver perso di vista la bussola delle vittorie continuative e delle prestazioni convincenti.

L’andamento altalenante, soprattutto in campionato, misto agli infortuni di alcuni giocatori importanti della rosa e ai giocatori rimessi a nuovo ma non troppo, sono sotto gli occhi di tutti, tifosi appassionati, addetti ai lavori e media.

Ma procediamo con ordine…

Mercoledì 4 febbraio, semifinale di andata di Coppa Italia: una gara praticamente impostata sulla difensiva, noiosa, con i soliti erroracci che da tempo imperversano in campo.

Uno 0-0, in casa, che, alla luce dei fatti, vale oro, vista la condizione dei nerazzurri di Gasperini.

E non conta poco il fatto che proprio l’Atalanta, nell’anticipo pomeridiano del sabato della seconda giornata del girone di ritorno del campionato, si sia fatta rimontare tre gol da un Torino orgoglioso e gagliardo, che pareva affossato dopo appena mezz’ora di gioco.

La condizione fisica e mentale dei bergamaschi resta comunque di alto livello, pericolosa come sempre.

Altro anticipo del sabato, Genoa – Napoli.

È lontano anni luce quel 6 – 0 rifilato ai liguri ad inizio stagione.
Errori assurdi per una squadra che ambisce alla Champions League e che conta le assenze pesanti, le positività al COVID ma che è parsa poco orgogliosa e reattiva.

I due unici tiri in porta dei rossoblu, che si sono poi trasformati nei due gol del tentasettenne ex azzurro Goran Pandev, sono la sintesi del momento grigio del Napoli.

Una delusione cocente, la settima per l’esattezza in questa stagione.
Ancor più cocente se si pensa appunto al pareggio dell’Atalanta e alla sconfitta della Roma sul campo della Juventus, situazioni che avrebbero favorito gli Azzurri qualora la sfida contro il Genoa fosse stata vinta.

Il Napoli resta a 37 punti, formalmente a ridosso della zona Champions ma con un occhio alle squadre che sono davanti e che sono visibilmente in forma e con lo sguardo attento anche a Lazio e Atalanta, in costante agguato.

Quello che preoccupa però, è lo stato fisico e mentale della squadra, che sembra non essere al top per chi guarda così lontano.

Gattuso non convince, la squadra nemmeno, ed attualmente sono sul banco degli imputati anche il DS Giuntoli e il presidente De Laurentiis.

Cosa affligge la società e la squadra?

Canterebbe Bob Dylan “The answer, my friend, is blowin’ in the wind”.

Forse si dovrà aspettare la fine di questa strana stagione calcistica per vedere un restyling sotto tutti gli aspetti.

Ciò che è certo è che un’ulteriore epoca sembra finita e bisogna prenderne atto!

Intanto, a non voler andare troppo lontano, mercoledì c’è di nuovo l’Atalanta, una sfida che vale la finale di Coppa Italia, un trofeo che lo scorso anno ha letteralmente salvato l’intera stagione partenopea.

Con quale testa e con quale squadra si affronterà la tosta Dea in quel di Bergamo?

Quali saranno gli accorgimenti (non pochi, in effetti) da adottare per provare ad espugnare il Gewiss Stadium?

Una formazione difficile da allestire, idem per il modulo, lavoro ancor più delicato sulla mentalità.

Gattuso è atteso ad un banco di prova importantissimo che può valere una stagione e un futuro.

Chi vivrà, vedrà, sperando, nel caso dei tifosi azzurri, che il fegato resti integro.

 

Simona Cannaò