Tra i nomi più altisonanti della massima competizione calcistica,
Messi, Ronaldo, Giroud, Lewandowski sono l’emblema dell’esperienza, simbolo delle proprie nazionali, certezza in campo e negli spogliatoi.
Il Mondiale in Qatar ha già i suoi “vecchi saggi”!

Seppur tra mille polemiche, propositi di boicottaggio, trattazione sistemica di importanti e delicati temi sociali, il Mondiale in Qatar (quello controverso, brutto, sporco, cattivo e per giunta giocato in inverno) sta andando avanti e comunque vada, rappresenta un’importante, se non la più importante, vetrina calcistica (e non solo) del momento.

Le nazionali qualificate si stanno sfidando per “un posto al sole” nell’Olimpo del pallone, anche tra gesti simbolici di protesta e disapprovazione per quanto rappresenti il paese ospitante agli occhi di mezzo mondo.

Ma il calcio è il calcio e il Mondiale, che se ne dica o meno, resta sempre il Mondiale.

Gli allenatori che aspirano ad entrare nella storia,  giovani cercano di emergere ognuno nella propria compagine di appartenenza, i campioni navigati che cercano conferme della propria, fondamentale presenza nella squadra.

Se poi ad esempio, questi campioni portano il nome di Lionel Messi, Olivier Giroud, Robert Lewandowski e Cristiano Ronaldo, signori in piedi, è storia.

Centoquarantadue anni in quattro, i suddetti top player rispettivamente di PSG, Milan, Barcellona e, nel caso di Ronaldo, fresco di svincolo dal Manchester United, sono giocatori di cartello delle proprie nazionali. E, al di là del risultato che otterranno in Qatar, Argentina, Francia, Polonia e Portogallo, non è cosa di poco conto avere come compagni in rosa tali nomi.

L’esperienza, la lunga militanza in club prestigiosi e in nazionale, le vittorie, sono il passe-partout per dare sicurezza e stabilità ad una squadra.

In termini di leadership, si può dire che si è in buone mani. Se poi si segna anche in campo, BINGO. E lì non è solo una questione di età.

D’altronde, la storia dei Mondiali è piena di calciatori che, superata anche abbondantemente la trentina, si sono resi protagonisti nella massima competizione del pallone.

Van Bronckhorst, Liedholm, Milla, Finney, Klose, sono solo alcuni dei “veterani” del pallone in chiave Coppa del Mondo fino ai giorni nostri.

Quando si dice che l’età sia solamente un mero fatto anagrafico, nulla sembra più vero. E se questo giro di Mondiali resterà senza dubbio nella storia per tutte le anomalie, le controversie, le polemiche e le inchieste che si porterà addosso, senza dubbio si vedrà annoverare tra le fila dei giocatori delle vere e proprie pietre miliari del divino pallone, capaci in molti casi di trascinare un’intera squadra o di caricarsela sulle proprie spalle.

Del resto, se gallina vecchia fa buon brodo, va da sé che…
calciatore “vecchio” fa buon Mondiale.

 

Simona Cannaò