Il Giappone batte la Spagna per 2-1 e si qualifica agli ottavi del Mondiale come prima del girone E. Un risultato sorprendente che condanna la Germania a dire addio al Qatar, nonostante la vittoria per 4-2 su Costarica. Sebbene il manga “Holly e Benji” mettesse in scena l’ascesa vertiginosa della nazionale giapponese di calcio, nessuno nella realtà si aspettava questi risultati. 

I Samurai Blue, all’esordio, hanno battuto i tedeschi in rimonta, poi hanno perso contro la nazionale dell’America centrale e, quando il sogno sembrava essere sfumato, ecco il finale degno di un classico anime: vittoria contro la Spagna, primo posto nel girone e pass per gli ottavi. Sorpresa sì, ma non per i nipponici, che stanno seguendo un piano ben preciso per arrivare ai vertici del calcio mondiale. 

Alla vigilia del match contro le Furie Rosse, pochissimi avrebbero scommesso sulla formazione del CT Moriyasu. Il destino del Gruppo E sembrava già scritto: la Spagna, che aveva bisogno di un punto per approdare agli ottavi, avrebbe conquistato facilmente il pass per la fase a eliminazione diretta; la Germania, che dopo la sconfitta del Giappone contro Costarica aveva tirato un sospiro di sollievo, era convinta di poter battere gli americani e approdare agli ottavi. Ma non è andata esattamente così. 

Nei Mondiali regnano regole differenti e le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Nessuno scommetteva sui giapponesi, eccetto i Samurai Blue stessi. Loro hanno sempre creduto nella qualificazione e hanno battuto la Spagna con lo stesso copione con cui hanno battuto la Germania. Eroe della sceneggiatura, ancora una volta, Doan, entrato nella ripresa al posto di Kubo. L’attaccante del Friburgo ha impiegato solo 3 minuti per pareggiare, proprio come aveva fatto con i tedeschi. I nipponici hanno poi spinto sull’acceleratore e raddoppiato con Tanaka. 

Spagna imbambolata e Germania imbambolata. La squadra nipponica non si è mai arresa e ha messo in campo il proprio carattere nazionale: ordine, solida disciplina, spirito eroico e sacrificio. Un traguardo storico frutto di un piano ben preciso. 

Il calcio, in Giappone, è diventato uno sport professionistico solamente nel 1992 con la creazione del primo vero campionato professionistico, la J.League. Saburo Kawabuchi, primo presidente della competizione, diede vita insieme ai suoi collaboratori al “100 year plan”, un piano seguito ancora oggi dalla JFA che indica dei traguardi ben precisi e che detta le regole fondamentali per far sì che il calcio nipponico arrivi ai vertici mondiali. Una programmazione a step, che nel 2005 è stata arricchita con la JFA declaration, un documento in cui viene definito l’obiettivo principale del piano, quello di diventare campioni del mondo entro il 2050.

Tanti i traguardi non raggiunti e rivisti in questi anni, ma tanti anche i risultati positivi e sorprendenti, come le 4 Coppe d’Asia conquistate. E per il Mondiale in Qatar? Per ora va tutto secondo i piani. L’obiettivo per i Samurai Blue è il raggiungimento dei quarti di finale. Il pass per gli ottavi è arrivato, adesso rimane solo l’ostacolo Croazia. Ce la faranno?

Alessandra Cangialosi