Campionessa di Svizzera e vincitrice della Coppa di Svizzera (contro il Zurigo) con il Neunkirch, squadra svizzera iscritta al campionato di Lega Nazionale di Serie A, massima serie del torneo di calcio femminile. Non solo: nel suo curriculum una Coppa Andalucia con l’Huelva e un campionato di Serie B con il Como. Nel suo curriculum anche una partecipazione nei campionati tedeschi e americani.

Di chi stiamo parlando? Di Martina Capelli, nata a Parma, professione calciatrice.

I primi palleggi con un pallone, a quale età?

Ho iniziato a giocare a calcio quando frequentavo le scuole medie, grazie al professore di educazione fisica, Gianluca Poletti. A lui devo molto. Ho iniziato a far parte di una vera e propria squadra all’età di 13 anni, relativamente tardi.

Cosa ricordi della tua prima squadra, il Crociati Noceto?

Dei Crociati Noceto mi ricordo un ambiente sereno, ero una delle più piccole e mi sentivo protetta. Stavo bene e c’era gente che credeva in me.

Dall’Italia alla Germania a soli 20 anni, una vita stravolta: com’è stata l’esperienza nel calcio femminile tedesco?

A 20 anni ho deciso e sentivo il bisogno di confrontarmi con qualcosa di grande per capire fin dove potessi arrivare o se la mia voglia di giocare fosse solo un’illusione. Così sono andata in Germania. All’inizio è stato duro, parecchio. Lontana da casa, in una cultura e una lingua totalmente nuove. È stato bello, indispensabile per la mia crescita umana e professionale.

Ora sei in Svizzera dopo un passaggio in America; che differenze calcistiche hai trovato?

Penso che il calcio americano e quello svizzero si somiglino abbastanza, c’è una grande prestanza fisica e atletica.Martina

Il tuo punto di forza?

La caparbietà e la determinazione, sono una che vuole vincere! Negli ultimi due anni ho vinto due coppe e due campionati.

In cosa invece ritieni di dover migliorare?

Per fortuna posso migliorare ancora tutto, questo rende la nostra professione stimolante.

Se ne avessi l’opportunità, torneresti in Italia?

In Italia sembra si stia muovendo qualcosa, piano piano. Chissà un giorno sì.

Cosa sogni di fare e/o diventare da grande?

Ho diversi sogni ed obiettivi. Sicuramente mi piacerebbe poter lavorare sfruttando le lingue che ho imparato e certificato in questi anni all’estero.

Francesca Di Giuseppe