Simone Inzaghi e la sua Lazialità

29 settembre, data entrata nella storia della musica italiana per via di una canzone che ne ha mutuato giorno e mese, resa ancor più celebre dalla inconfondibile voce di Lucio Battisti. Sì, proprio quel cantante che riecheggia allo stadio Olimpico, quando la Lazio gioca in casa e guadagna i tre punti.

Sarà per questo strano incrocio del destino che, domenica 29 settembre, la Lazio ha vinto nettamente, per 4 a 0, in casa contro il Genoa.

Ma al di là del bel gioco, la poesia della musica, ci impone altre considerazioni.

Domenica 29 settembre, ancor prima dell’inizio della partita, l’Olimpico –in un clima tutt’altro che autunnale- era in fermento… partita da non sottovalutare poste le precedenti battute d’arresto.

Ma gli umori sugli spalti erano, soprattutto, rivolti ad alcuni episodi, poco felici, che nelle due gare precedenti avevano riguardato Simone Inzaghi ed Immobile. Episodi culminati con la scelta dell’allenatore di tenere, per buona parte della partita contro l’Inter –disputata a Milano- il bomber in panchina.

Ciro Immobile, la furia e le scuse

Scelta molto discussa dai tifosi e che, secondo i rumors, avrebbe potuto portare ad un duro scontro tra il giocatore, l’allenatore e la società. Ma il chiacchiericcio da bar non ha trovato riscontro sul campo.

Immobile, infatti, durante la gara contro il Genoa segna e sigla il quarto gol, nell’esultanza si dirige verso la panchina abbraccia Inzaghi.

 

Simone Inzaghi
fonte-immagine: sport.sky

Una scena che ricorda un celebre passaggio di una canzone di De Andrè …’quel che ancora non sai tu lo imparerai qui tra le mie braccia… ‘.

Sì perché è Simone Inzaghi la vera anima di questo gruppo.

E’ lui il leader indiscusso dello spogliatoio. E’ lui a condurre i propri uomini alla vittoria. E’ lui che riesce a motivare i propri giocatori e con fermezza a portare avanti le proprie decisione per il bene della squadra, ogni oltre egoismo del singolo.

Ma questa scena non è stata l’unica.

Prima della ripresa della partita, la Lazio torna in campo prima della propria avversaria: i ragazzi sono in cerchio, tutti uniti a sentire le indicazione del proprio allenatore.

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fonte-immagine: gianlucadimarzio.it

E’ questa una immagine fortemente evocativa che riporta, il tifoso biancoceleste, ad un Lazio-Verona del 1974. Quella Lazio era guidata da Tommaso Maestrelli, il mister del
primo scudetto. Oggi, Simone ha scelto di farci vivere le stesse emozioni.

I più romantici potrebbero notare delle analogie tra i due. Il padre di ogni laziale, Tommaso; il fratello di ogni laziale, Simone.

Di certo, avere un allenatore come Inzaghi, in grado di creare una indubbia empatia con i
suoi uomini fa di lui un valore aggiunto incredibile per la Lazio di oggi.

L’estate scorsa in molti lo vedevano con le valigie in mano, i laziali sperano sempre di no,
perché avere un mister dodicesimo uomo in campo (in perfetta simbiosi con i propri tifosi)
e fortuna ed onore di pochi.

Sta di fatto che la Lazio firmata Inzaghi, per il cuore del tifoso laziale sa essere poesia, più di una canzone.

 

Annalisa Bernardini