Non è tutto oro quel che luccica perchè, se è vero che il calcio italiano ha vissuto con entusiasmo l’approdo di Cristiano Ronaldo è altrettanto vero che molti club italiani faticano a sopravvivere.
Non bisogna andare nemmeno troppo in basso (nelle serie minori) per scorgere la drammaticità del sistema tricolore: la cadetteria italiana ha visto numerosi club sul lastrico ma più si scende di categoria più il calcio italiano è fatto di sopravvivenza. E così, non nascondiamocelo, c’è chi pur di non rinunciare al proprio sogno ha lasciato il calcio italiano per immergersi in esperienze estere.
La lista di calciatori che hanno lasciato il Bel Paese è lunga. Sono tanti, anzi tantissimi i calciatori italiani che giocano all’estero, addirittura se ne contano ben 1837 tra prime squadre e settori giovanili. Ci sono anche molti giovani -sfortunati- di una Serie A che, da emblema del Paese, fatica a dare spazio e fiducia ai giovaniCoraggiosi, con la voglia di mettersi in gioco come ogni emigrante, con questa rubrica, conosciamo i vari calciatori italiani all’estero

Daniele Spiranelli è un attaccante partito dall’Italia per approdare in Spagna.

La sua però è la storia di un calciatore passato dai campi di periferia italiani a quelli spagnoli: dalla scorsa estate milita in Tercera División e veste la maglia del Paterna fc.

La sua è una scelta dettata dal cuore…

Una scelta di vita più che scelta di carriera? Spiegaci come sei finito in Spagna, come è nata questa opportunità e come è maturata la scelta…

E’ stata entrambe, sia una scelta di vita che di carriera; principalmente mi sono trasferito in Spagna per la mia ragazza, lei é spagnola e ormai erano 3 anni che facevamo avanti e indietro Milano-Valencia ed era giunto il momento di prendere una decisione e l’idea di avere comunque la possibilità di giocare in uno stato diverso dell’Italia e per di più in Spagna mi ha spinto fortemente a trasferirmi qui, anche se ammetto che non è stato facile lasciare l’Italia.

Cosa ti manca di più dell’Italia?

Dell’Italia mi manca sopratutto la mia famiglia e i miei migliori amici. Dopo di loro posso dire il cibo…e poi il calcio italiano…

Quali sono le differenze maggiori che riscontri tra il modo di vivere il calcio in Italia e in Spagna.

Le differenze maggiori che trovo rispetto al calcio italiano sono che qui in Spagna i ragazzi vivono il calcio più come un hobby e un divertimento extra alla vita. In Italia siamo quasi ossessionati (io incluso) e viviamo completamente in base al calcio. In Spagna sono più sereni: finisce la partita e subito si pensa a una buona paella o a un pomeriggio in compagnia della famiglia o degli amici; in Italia se van male le cose pensi solo al giorno dopo a quanto ti massacreranno. Nel nostro Paese più che uno sport  sembra una questione quasi di vita o di morte…

Invece quali sono le differenze maggiori tra il calcio delle serie minori iberico e quello italiano?

Sinceramente noto poche differenze. In Italia abbiamo scuole calcio preparatissime e sforniamo talenti che purtroppo non sfruttiamo mai. In Spagna è quasi obbligo far uscire qualcuno della cantera e quasi tutte le squadre ci riescono. Che sia la liga o che siano serie minori, si punta moltissimo sui vivai. In Italia lo si fa fino a un certo punto e poi si cerca sempre lo straniero…

Come è visto il calcio italiano in Spagna?

Il calcio italiano purtroppo è visto come catenacciaro, palla lunga e pedalare; sotto questo punto di vista la Juve li sta facendo un po’ ricredere in questo momento. Speriamo di tornare ai livelli degli anni 2000 quando comandava solo il calcio italiano in Europa.

Cosa ne pensi della mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale?

La mancata qualificazione è stata una rovina per tutto il movimento sportivo italiano ma credo sia stato uno schiaffo forte utile per farci fermare a pensare che forse le cose in Italia non stanno funzionando come dovrebbero.

Concordi con quanto ha dichiarato il ct Mancini riguardo al cattivo investimento che si fa sui giovani calciatori?

Si sono d’accordo con Mancini, trovo ingiusto non dare spazio a gente più giovane,credo che durante le qualificazioni mondiali fossimo una delle nazionali con l’età media più alta, questo è un male secondo me contando i giovani di talento che abbiamo. Mancini ha sempre puntato sui giovani, all’Inter, alla Lazio, alla Fiorentina e anche al Manchester City: speriamo che continui anche in Nazionale con lo stesso trend. Abbiamo tanti giocatori di qualità ed é impossibile che l’Italia sia così lontana anni luce da nazionali come Spagna Inghilterra Francia o Germania.

Cosa consiglieresti a un adolescente che si appresta a entrare nel mondo del calcio?

Consiglierei semplicemente di essere umile e sopratutto sempre se stesso, di seguire sempre il proprio instinto e di non credere mai alla gente che gira nel mondo del pallone: purtroppo é pieno di interessi e di persone losche…quindi di amare il calcio, di amare il pallone e di giocare sempre per aiutare i tuoi compagni di squadra che in quei novanta minuti sono come fratelli. Di lasciar perdere iPad, PlayStation e di scendere con gli amici in piazzetta a giocare tutti i giorni.
Caterina Autiero