Sono poche, se non rare, le donne ai vertici di club calcistici italiani.
Da Ernestina Paniche Seghetti, prima presidente di una squadra italiana di calcio non è cambiato quasi nulla.
Ultima a raccogliere la sfida è Maria Assunta Pintus

Il presidente è la figura principale in qualunque società, azienda o industria e anche di un club di calcio.

Un ruolo che vede una predominanza maschile.

La percentuale di donne che occupano posizioni di vertice (vale a dire ruoli di vicepresidente, amministratore delegato, consigliere di amministrazione o direttore generale) nel calcio italiano è molto bassa, evidenziando un ritardo del nostro paese rispetto ad altre realtà internazionali. 

In Premier League, ad esempio, non sono poche le donne che hanno incarichi dirigenziali anche di primissimo piano e in club di livello.

Basti pensare a Marina Granovskaia, braccio destro di Roman Abramovich e dal 2014 amministratore delegato del Chelsea o a Karren Brady, conosciuta anche come “The First Lady of Football”, che ha ricoperto il ruolo di direttore generale del Birmingham City e di vicepresidente esecutivo del West Ham.

Segno questo di un eccessivo scetticismo del mondo del calcio tricolore nei confronti delle donne che, comunque, benchè consapevoli delle difficoltà provano a farsi largo.

«In Italia nessun uomo nel mondo del calcio crede che una donna possa parlarne con professionalità e competenza tecnica di questo sport. Anche per questo rispetto ad altre realtà europee, penso alla Premier League ma anche alla Ligue 1, in Italia le donne manager nel calcio sono pochissime».

Cosi Catia Augelli, ex responsabile della comunicazione dell’AS Roma, a margine della presentazione del libro “#Comunicatrici” aveva fatto il punto sulla parità di genere nel mondo del calcio italiano.

Insomma, da Ernestina Paniche Seghetti, prima presidente di una squadra italiana di calcio che nel 1945 guidò l’Ascoli sembra non sia cambiato nulla e quelle poche donne che siedono nei Cda o sono ai vertici delle società spesso hanno legami di parentela con i patron delle squadre.

In Serie A, bisognerà attendere il 1991 per rivedere una “presidentessa in gonnella”, trattasi di Donna Flora Viola che alla morte dell’Ingegner Dino, prese il comando della Roma forse aprendo la strada a Rosella Sensi che ereditò il club da papà Franco mantenendo la presidenza dal 2008 al 2011, anno della cessione.

Oggi, dopo varie meteore quali Valentina Mezzaroma o Francesca Menarini, le presidentesse di club di calcio figurano nelle serie minori.

Dopo Sabrina Fioravanti‎, che lo scorso giugno ha acquistato da Umberto Paris le quote societarie dell’ U.S. Ladispoli che milita in Eccellenza è la volta di Maria Assunta Pintus.

L’imprenditrice sarda, ha raggiunto l’accordo con Roberto Felleca e ha acquisito l’80% delle quote del Foggia diventando azionista di maggioranza del club rossonero che milita in Serie C. 

Insomma, non solo le calciatrici ma anche altre donne stanno giocando la partita contro il machismo nel pallone e lottano per conquistare posizioni ai vertici delle squadre.