Ho sempre trovato i discorsi sul DNA della Juventus stucchevoli.

Per intenderci, nello specifico,  quello fatto da Chiellini oramai cinque anni or sono, in base al quale “la Juve non è e non sarà mai il Real Madrid”. Discorso di una pericolosità e di una povertà di ambizioni tali da non meritare commenti.

Per lo meno non adesso, non oggi. 

Però, che la Juve abbia avuto negli anni un’attitudine costante alla freddezza e al cinismo, questo è un dato di fatto.

Lo dice la sua storia, lo dicono i risultati e anche i nomignoli che a questa squadra sono stati affibbiati nel tempo.

La Juventus, questa Vecchia Signora del nostro campionato, è a che “la Signora Omicidi”.

Appellativo da romanzo dalle tinte gialle che sta a esprimere la capacità che i bianconeri hanno sempre avuto di saper “ammazzare” i loro avversari al momento giusto, magari approfittando dell’unico errore commesso.

La capacità di mantenersi lucidi per tutta la durata della gara e di colpire al momento giusto.

Un’attitudine che ha sempre generato timore negli avversari, consapevoli di trovarsi davanti una brutta gatta da pelare.

Oggi, dopo nove anni di successi in Italia e un recupero di posizioni in Europa, la Juventus non fa più paura. A nessuno.

Verona Juve
Fonte immagine profilo Twitter Juventus

Non solo non fa paura in Europa, dove – e lì torniamo al discorso di Chiellini – non è mai riuscita a imporsi veramente, oramai da decenni.

Non incute né timore, né soggezione neanche in Italia, il suo terreno favorito, quello in cui si sa muovere da sempre con estrema destrezza.

Anche i fanalini di coda della Serie A la affrontano a viso aperto, senza sudditanza psicologica, consapevole di avere di fronte una squadra dai fianchi scoperti.

Questa Juventus disorientata, confusa, tentennante,  dal medesimo aspetto assonnato di Andrea Pirlo, suscita quasi tenerezza.

Siamo ben oltre la querelle sul bel gioco che tanto dibatteva Massimiliano Allegri, secondo il quale a nulla serviva il divertimento.

Siamo in una dimensione di totale incapacità di reagire ai maltrattamenti dei rivali. A un dormicchiare passivo, dimesso, nella remota speranza che qualcosa possa accadere.

Cercare la responsabilità di questa situazione odierna è – a quanto traspare dalle parole dell’allenatore – pressocché impossibile: tra le cause sono state identificate persino le vacanze natalizie…

Una cosa tuttavia è certa: una Juventus che non fa più paura, non è più la Juventus.

Mi sovvengono le parole di un giornalista – non il nome, purtroppo – che osservando i bianconeri nell’anno dopo la Serie B, affermò che la Juve faceva simpatia, e questo non era normale per una squadra che aveva sempre suscitato invidia nella sua storia.

Ecco, concordo in pieno con questo concetto.

Se la Juventus non riesce più a spaventare – o quanto meno preoccupare – gli avversari, allora ha perso del tutto la sua identità.

Daniela Russo