Se è vero che il calcio ora indossa tacco12, GolDiTaccoASpillo non poteva non dedicare uno spazio anche al calcio femminile. Un mondo sommerso, nascosto, ma non per questo meno affascinante. L’altra metà del calcio, quella metà più “povera” – se pensiamo agli introiti- meno pubblicizzata e meno visibile, ma anche una metà dove la passione per il gioco del pallone è rimasta incontaminata. GolDiTaccoASpillo inaugura a partire da oggi una serie di interviste dedicate alle nostre calciatrici, una finestra su un mondo che vogliamo rendere protagonista, perchè il calcio è anche un sostantivo femminile. 

Vi presentiamo oggi Melissa Cary,  ultima in calcio a 5 e a volte anche laterale. La ragazza arrivata in Italia dagli Stati Uniti milita nella Lazio serie A girone B.

Melissa, sei nata in un paese che è la patria di tantissimi sport, cosa ti ha spinto ad avvicinarti proprio al calcio?

Quando ero piccola mi dilettavo in diversi sport, incluso basket, nuoto, equitazione e calcio. Ma tutta la mia famiglia gioca a calcio, zii e zie, cugini cugine, genitori, sorelle, quindi è  stata proprio una questione di sangue!


Perché la scelta è ricaduta sul calcio a 5?

La scelta è ricaduta sul calcio a 5 un paio di anni fa. Avevo  già giocato a calcio qui in Italia per 3 stagioni. Una persona mi ha poi convinta di provare anche a giocare a 5. È  bastata una settimana per innamorarmi di questo sport. È un misto di calcio e basket con movimenti veloci e tanti tocchi sul pallone. Mi sto divertendo molto a giocare.

Ti è capitato di dover subire ingiustizie o pregiudizi quando eri più piccola per la tua passione considerata da molti “prettamente maschile”?

Veramente negli Stati Uniti il calcio non è considerato uno sport “prettamente maschile” e quindi sono stata fortunata per non aver subito ingiustizie o pregiudizi per via di questa scelta in Italia forse “particolare”. 

I tuoi ricordi più belli legati alla tua attività agonistica?

Ne ho tanti di bei ricordi legati a calcio. Grazie al calcio sono riuscita a viaggiare e vivere in tanti posti, come Brasile, Italia e Islanda, che probabilmente non avrei mai conosciuto, I ricordi più belli sono legati anche ai rapporti che sono riuscita a creare. Questa professione mi ha  fatto conoscere tante diverse persone da tutto il mondo. 

Le differenze che hai trovato nel modo di vivere il calcio qui in Italia rispetto al tuo paese di origine?

Penso  siano davvero tante le differenze fra il calcio qui in Italia e negli Stati Uniti. Oltre alle cose più ovvie, ad esempio il gioco italiano è più tattico, mentre in America un po’ più fisico, sono altre le differenze. Gli sport accompagnano la crescita dei ragazzi anche nelle scuola. Dalla scuola media fino all’università, ragazzi e ragazze possono partecipare alle squadre dei propri istituti. Un’esperienza bella e formativa,

Hai un rito prima di entrare in campo?

 Non ho un rito particolare prima di entrare in campo. Mi basta che io sia riposata e tranquilla. A volte sento  qualche canzone rock o rap per alzare un po’ l’adrenalina.


I tuoi idoli calcistici da ragazzina?

 Da piccola i mie idoli calcistici erano mia madre, che giocava fin da ragazzina e mia zia che giocava nella prima squadra nazionale degli Stati Uniti.

Per concludere ti chiediamo un consiglio che vuoi dare alle ragazzine che vogliono intraprendere questo sport

Se è davvero questo il loro desiderio, devono seguire solo la propria  passione. E se vogliono diventare grandi giocatrici, devono ricordarsi dei sacrifici che le aspettano e che bisogna sempre migliorarsi. Però ne vale davvero la pena!

Giusy Genovese