Diego Milito è l’indimenticabile emblema del Triplete del 2010 dell’Inter che nessuna altra squadra italiana è mai riuscita ad eguagliare

View this post on Instagram

#fanzone #triplete #china #amala @inter

A post shared by Diego Milito (@diegomilito) on

Era il 2010.

E quell’anno il Principe dagli occhi azzurri, Diego Milito, ha ricevuto l’investitura come simbolo della storia recente dell’Inter, emblema del Triplete che nessuna altra squadra italiana è mai riuscita a raggiungere.

Coppa Italia, Scudetto e Champions League portati a casa con valore grazie ai suoi gol decisivi e la soddisfazione di vedere coronati molti dei sogni che un giocatore può rincorrere tra le reti di un campo da calcio; lui che nell’anno di grazia per l’Inter ha segnato ben 30 gol, di cui due nella finale di Champions contro il Bayer Monaco, a Madrid.

Sempre lui, così a modo fuori dal campo (anche se l’appellativo di El Principe gli deriva dalla somiglianza con l’uruguaiano Francescoli che aveva quel soprannome), mai nessun gossip, nessun tatuaggio, “stranamente normale” quanto implacabile e stratega durante le partite.

E dire che il fuoriclasse Milito per un certo tempo ha pensato di diventare un Commercialista, preferendo gli studi di Economia al dribbling e al gioco aereo.

Ma la passione pura, come ha definito più volte il suo innamoramento con il pallone, ha avuto il sopravvento con naturalezza, come già era avvenuto quando da bambino, senza guide particolari, si era votato al calcio in quel di Bernal, vicino a Buenos Aires, in una famiglia della media borghesia e non come spesso iniziano le storie dei campioni sudamericani tra le favelas e il calcio come mezzo di riscatto.

Esordisce ventenne con il Racing Club di Avellaneda (dove tra l’altro, chiudendo il cerchio, è tornato come segretario tecnico nel  2017) e la sua prima stagione è già emblematica: 34 gol e la vittoria del torneo “Apertura” del 2001. 

Arriverà al Genoa nel 2004: con i rossoblù disputerà due Campionati di Serie B, arrivando tra l’altro secondo nella classifica marcatori.

In seguito alla retrocessione del Genoa in Serie C, Milito è ceduto in prestito al Real Saragozza, squadra nella quale continua ad essere decisivo ma non basta per evitare al club della Liga spagnola la retrocessione.

Tornerà al Genoa nel 2008: è dell’anno successivo una delle sue imprese più note, la tripletta realizzata nel derby di ritorno con la Sampdoria, che lo annovera come primo giocatore a riuscire in questa impresa nel derby.

Il 20 maggio del 2009 viene ufficializzata la sua cessione all’Inter; saranno proprio i colori nerazzurri a consacrarlo definitivamente, come già detto, con infiniti attestati di stima da indiscutibile top player quale è stato anche dalle squadre avversarie. 

Sulla sua notte magica di Madrid tempo fa Milito ha dichiarato: “Non posso dimenticare quella notte, se chiudo gli occhi me lo ricordo bene. Rivedo la seconda rete: c’è un muro nerazzurro di gente che piange di gioia, ho ancora i brividi”.

Perché il pallone è un brivido che diventa sempre più intenso, sino a quando infila la rete… 

Silvia Sanmory