Finalmente le milanesi scendono in campo: cosa è cambiato in questo mese?

In queste ore un mese fa, i pensieri erano concentrati altrove perché, la domenica, giorno del calcio, quello del derby di Milano, in cui tutto è e deve essere una festa e nient’altro che questo, il sipario calatosi è stato quello di una tragedia.

Nel frattempo, tra indecisioni e impossibilità varie, la data slitta esattamente ad un mese dopo: dalla verve ritrovata in sponda nerazzurra all’eliminazione di Europa League per gli uomini di Gattuso, le vicende che hanno caratterizzato il plot scombinando gli scenari sono stati svariati, plurimi e degni delle più avvincenti trame.

Il clima derby, momento di atavico astio per antonomasia, dilatatosi e protrattasi per trenta giorni e poco più, ha fruttato questa volta più di altre esternazioni di tifo che lasciano perplessi. Saranno stati il fervore e il fermento, le vicende fuori dal campo o l’iniziale incompatibilità nella scelta di una data comoda a entrambi piccole micce d’accensione, questo road to Milan Inter è stato tutt’altro che noioso.

Se per i nerazzurri la nota dolente di questo avvento al derby porta il nome di Walter Sabatini è il Milan ad avere qualche preoccupazione in più rispetto allo scorso mese.

Il 9 maggio fissato sul calendario è sintomatico di un Gattuso benefico più di quanto fosse lecito supporre da quell’ormai gol di Patrick Cutrone in quel derby di dicembre, da quel giorno sono stati macinati chilometri per Gattuso e i suoi che stavano cavalcando l’onda della rimonta ad un ritmo che solo ai piani alici della classifica si registrano ma l’infausto ritorno da Londra per l’eliminazione dall’Europa League e il pesante risultato di Torino hanno riportato i diavoli sulla terra. Biglia squalificato impone Montolivo tra Kessié e Bonaventura che poco aiutano in fase di copertura lasciando vulnerabili Calabria e Rodriguez, al contrario però il reparto offensivo vanta una serenità maggiore: Suso uomo derby, Cutrone sempre più trascinatore e protagonista della scorsa stracittadina dalla quale è dipeso il percorso in Coppa Italia fanno pensare ad un derby con il fuoco della ‘nduja dentro, la stessa che ha quell’uomo che siede su quella panchina, lo stesso che, sebbene più brizzolato, a San Siro ci ha sempre lottato e lo conosce bene, sa come conquistarlo e a tratti, volendo, dominarlo.

FORMAZIONE MILAN (4-3-3): Donnarumma; Rodriguez, Romagnoli, Bonucci, Calabria; Bonaventura, Montolivo, Kessié:. Calhanoglu, Cutrone, Suso. 

Sull’altra sponda del Naviglio, le fiamme dell’inferno spaventano meno da quando la coppia più ricercata degli ultimi tre mesi è tornata a far sorridere non soltanto i fantallenatori. La manita a Genova ha fatto sorridere chi si era entusiasmato con riserbo per il pareggio casalingo contro il Napoli, Spalletti in primis. Il risveglio di Perisic: realizzatore contro la Samp e in casa contro l’Hellas e come assistman, Gagliardini in mediana che arretra in supporto a D’Ambrosio libera il Croato che torna a farsi vedere sulla corsia esterna in fase d’attacco e Icardi ringrazia, tornano Perisic – Icardi. Il Capitano dell’Inter appena uscito da una dieta forzata dal gol e dal campo torna a regnare nel suo rettangolo, poker al Ferraris e doppietta contro il Verona, 24 gol, due meno di Ciro Immobile, il tutto confezionato da Ivan Perisic e Antonio Candreva ancora a zero reti stagionali in maglia nerazzurra ma che con il Milan ha sempre lasciato l’impronta. Una complicità ritrovata anche quella con Rafinha, mai sbocciata in blaugrana ma positiva quella finora in nerazzurro. Il vantaggio di otto punti con il Milan e a meno due dalla Roma al terzo posto è un mordente che infuoca una partita già peculiare e calda di suo che non può e non deve essere trascurato.

FORMAZIONE INTER (4-2-3-1): Handanovic; D’Ambrosio, Miranda, Skriniar, Cancelo; Brozovic, Gagliardini; Perisic, Rafinha, Candreva, Icardi. 

Il tempo di è scaduto, il derby di Milano chiama!

Egle Patanè