Portento con il pallone e ragazzo dal cuore d’oro che non dimentica le difficoltà vissute in prima persona in passato.
Osimhen e il suo gesto nobile verso un giovane fan in difficoltà, sono una bella pagina di calcio e umanità!

Se la vita ti ha fatto dono di un talento, giusto e sacrosanto coltivarlo, farlo crescere e trarne profitto. Ma altrettanto giusto e sacrosanto non perdere di vista chi è si è stato, le proprie origini, le radici, il vissuto. E se il vissuto è stato doloroso e faticoso, ancor più giusto appare il concetto di essere d’aiuto a chi non ha avuto tanto.

Deve averlo avuto bene a mente Victor Osimhen, ventitreenne stella del Napoli, attaccante di elevata velocità, forza fisica e notevole finalizzazione.

Nigeriano, di umili origini e dal passato segnato dalla povertà, dopo una gavetta tra Germania, Belgio e soprattutto Francia nel Lille, è approdato al sole del golfo di Napoli nel 2020.

Impetuoso, istintivo, potente, nel match contro il Sassuolo si è reso protagonista di una esaltante tripletta e inoltre ha portato alla vittoria la squadra azzurra nel delicatissimo incontro contro la Roma. Un gol cercato a lungo e giunto dopo aver seminato il difensore giallorosso Smalling che gli è stato costantemente alle calcagna.

Vittoria importantissima quella all’Olimpico ma ancora più importante è stato il gesto post partita del gigante nigeriano nei confronti di un giovane steward, suo fan.

La storia è diventata virale e ha aperto una finestrato di riflessione su come, molto spesso, vengono sottovalutati e sottopagati certi lavori, specie se a svolgerli sono persone molto giovani.

Victor, tra l’altro neo felice papà della piccola Hailey True, ha preso a cuore la situazione del giovane Matteo, diciottenne di Frattaminore (Na), al suo primo, e da come si è poi evinto, ultimo giorno di lavoro.

Ci ha messo la faccia, si è impegnato a dare fattivamente una mano al giovane in cui molto probabilmente ha rivisto se stesso negli anni prima del successo sui campi di calcio.

Victor ha raccolto e accolto i problemi di chi come lui in passato, cerca di sbarcare il lunario come meglio può.

Un po’ come fa Napoli, la città per eccellenza che ha fatto dell’accoglienza una della sue bandiere e che ha adottato questo ragazzone che sta facendo sognare i tifosi azzurri.

Una storia che speriamo si avvii presto verso il suo lieti fine. Una storia che sa di calcio, di passione, ma anche di amicizia, fratellanza e filantropia.

Chi ha vissuto il buio prima della luce del successo, non dimentica da dove è partito e quanto ha patito.

E questo Victor Osimhen deve averlo ricordato, quando davanti all’Olimpico, ha incrociato gli occhi e ascoltato la storia di Matteo. Uno come lui, forse proprio lui…

 

Simona Cannaò