Arbitro donna in serie A: è l’obiettivo che il Presidente dell’AIA (associazione italiana arbitri)  Alfredo Trentalange si è prefissato di raggiungere entro due anni.

 

“Siamo in ritardo”, così dice il Presidente.

 

Il quale vorrebbe sostenere le future professioniste con formazioni di eccellenza.

Per questo è necessario attrezzarsi condividendo il più possibile programmi, esperienze e competenze con tavoli di lavoro.

 

Fernanda Colombo
Fonte immagine profilo FB Fernanda Colombo

I tempi sono maturi e le donne sono pronte ad imporsi anche nella massima serie.

Abbiamo ammirato la  francese Stephanie Frappart arbitrare con professionalità la gara di Champions League Juventus-Dynamo.

E’ un’importante svolta epocale  per le donne e per la parità di genere che insegnerà  ai giovani giocatori il rispetto del ruolo femminile  nella vita ma anche sul lavoro.

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Il Presidente è rimasto altresì entusiasta dell’apparizione TV di Daniele Orsato a “90 minuto”, ospite in diretta collegato con gli studi RAI.

Un fatto mai accaduto prima che apre una porta di un ambiente ritenuto rigorosamente tabù.

Orsato  ha sostenuto l’importanza del Var a tutela del ruolo, e si farà di tutto per ottenere  l’utilizzo dello stesso anche in serie B.

Il Presidente ha toccato un argomento di importanza fondamentale, che è la violenza che si ripercuote su tutto l’ambiente arbitri compresi.

L’ AIA per  ottimizzare la serie degli obiettivi prefissati tra cui l’importante ingresso delle donne in serie A come direttori di gara vuole mettere in atto un sistema di prevenzione.

Il fine è di sfatare la negatività del  ruolo arbitrale mostrando  un’immagine  positiva.

Ma il pubblico è pronto ad accettare una donna che dirige una gara di serie A maschile? 

Sicuramente non mancherà un po’ di diffidenza iniziale.

Osservando la Frappart possiamo sostenere che le donne sapranno imporre la loro professionalità senza che i tifosi abbiano nulla da ridire.

Cinzia Fresia