Il 24 maggio è una data che porta con sè tanto dolore.
In quel giorno, del 1999, una tragedia senza ancora delle risposte concrete segna la città di Salerno.

Il 24 maggio 1999 un gesto folle di uno – o forse più individui – provocò la morte di quattro tifosi della Salernitana.

Un rogo sul treno Piacenza-Salerno portò via quattro giovanissime vittime: due di queste  avevavo meno di 15 anni, Vincenzo Lioi Ciro Alfieri, mentre Simone Vitale aveva 21 anni, ed era giocatore della squadra di pallanuoto Rari Nantes Salerno, e Giuseppe Diodato 23 anni.

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Anni di indagini, processi e domande che non trovano risposta e sulla tragedia c’è un’ombra inquietante di mistero.

La storia 

Ultima partita del campionato di Serie A tra il Piacenza e la Salernitana.
La gara finì in pareggio e decretò la retrocessione dei campani in Serie B.
Alla fine della partita ci furono scontri tra tifoserie e calciatori.
Intervennero le forze dell’ordine per riportare la calma in campo e sugli spalti.

I 1.500 tifosi della Salernitana presenti furono scortati fino alla stazione dove li attendeva un treno di 16 carrozze che li avrebbe ricondotti a casa.
A causa dei disordini, il treno, previsto alle 20:04, partì alle 23:00 circa.

Era un lunedì mattina e il vero dramma accadde verso le 7:00 quando, all’interno del convoglio iniziarono a divampare fiamme.
Alle 8:00 le prime notizie del misterioso rogo e poco dopo scene drammatiche su tutti in notiziari.

La città di Salerno visse ore di grande angoscia e tensione.

Durante il viaggio da Piacenza a Salerno vennero scardinati e scaricati gli estintori, strappati i sedili e rotti i finestrini.
Il treno si fermò spesso a causa dell’indebito azionamento dei freni a mano.
Nella stazione di Bologna alcuni tifosi si rifornirono di pietre che lanciarono poi lungo il percorso causando danni a Prato, a Firenze Campo di Marte, a Roma e a Napoli.
A Nocera Inferiore vennero lanciati sassi contro le abitazioni e i veicoli e, infine, all’interno della Galleria Santa Lucia venne appiccato l’incendio che divampò rapidamente.

I macchinisti cercarono di far uscire il treno dalla galleria ma questo si arrestò a causa dei freni a mano serrati quando metà convoglio era ancora dentro.
Molti tifosi, per sfuggire alle fiamme, erano già saltati giù dai finestrini.

Un rogo che poteva trasformare la vicenda in una vera e propria strage di proporzioni elevatissime se non fossero intervenuti i soccorsi nel minor tempo possibile.

In tutto i feriti furono 20. Quattro i corpi estratti completamente carbonizzati.

Il lutto travolse l’intero capoluogo campano, incapace di reagire di fronte alle strazianti urla delle madri che riecheggivano in un Duomo gremito, mentre accarezzavano disperate i feretri dei loro figli.

La drammaticità dell’evento sconvolse l’Italia intera.
Gli strascichi giudiziari, lunghi, non hanno mai chiarito del tutto le dinamiche di questa pagina triste.

Le indagini

Il sospetto degli inquirenti si appuntò su più uomini tra gli ultrà che avrebbero appiccato l’incendio. Il motivo, si dice, era per creare un diversivo per l’arresto dei più violenti all’arrivo nella stazione di Salerno. Si parlò anche di un candelotto fumogeno come possibile innesco.

L’iniziativa

Oltre alle varie commemorazioni fatte durante tutti questi anni, l’U.S. Salernitana 1919 ha deciso di intitolare tre campi e la sala stampa del Centro Sportivo “Mary Rosy” ai quattro giovani scomparsi a causa di questa sciagura.

Ciro, Peppe, Simone, Vincenzo: quattro ragazzi che, per ingiustizia e nel dolore di tutti, non hanno fatto più ritorno a casa.

La cerimonia di intitolazione avverrà domenica 24 maggio 2020 alle 12:00 presso lo stesso Centro Sportivo.
A causa delle restrizioni per l’emergenza Covid-19, la cerimonia si terrà in forma ristretta e non sarà aperta al pubblico e a tutti i tifosi.
Sarà presente anche il Vescovo di Salerno Monsignor Andrea Bellandi.

La vicinanza dello staff di Gol di tacco a Spillo alle famiglie delle vittime. 
 
Valentina Vittoria