Ironico come sempre il presidente del Palermo Maurizio Zamparini, che ha detto la sua in merito all’elogio fatto da Papa Francesco sui mister di Seria A. Zampa, che di allenatori se ne intende a tal punto da aver concretizzato un vero e proprio turnover sulla panchina rosanera negli ultimi anni, si è detto pienamente d’accordo con le parole spese dal Pontefice.

“Il Papa è un grande maestro e un grande uomo, sulle cui posizioni sono totalmente allineato, fino al punto che sono pronto ad assumerlo come allenatore anche domani mattina”, ha dichiarato il presidente del Palermo ad AdnKronos. A questo punto, la domanda a colui che da molti è considerato come un vero e proprio “mangia allenatori” sorge spontanea… se mai volesse esonerarlo? Nessun tentennamento in proposito: “No, no, lui è il migliore di tutti, non ci sono dubbi. Resta a vita”.

Ma poi, com’è ovvio che sia, Zamparini ci ricasca e sfodera almeno un po’ del suo amore per il “salto” della panchina: “Il Papa parla da maestro supremo e dunque anche negli allenatori vede giustamente dei maestri. Dopo di che ci sono i buoni maestri e i cattivi maestri e questi ultimi vanno cacciati, per il bene della società, della squadra e dei singoli calciatori”.

Ed ecco pronto il decalogo del perfetto allenatore made in Zamparini, con una stoccata anche verso i calciatori e forse a uno in particolare, il neo juventino Dybala: “Il buon allenatore deve infondere tecnica e valori e purtroppo i valori mancano nel nostro calcio. Forse anziché fare un corso a Coverciano gli allenatori dovrebbero fare un corso in Vaticano per insegnare i valori ai nostri giocatori, che oggi ne sono sprovvisti dato che l’unico valore sembra essere quello di guadagnare il più possibile. Il loro punto di riferimento principale dovrebbe essere il loro allenatore, in realtà è il loro procuratore”.

Buon maestro invece, per ora, mister Iachini: “Un ottimo maestro, anche in virtù umane. Se non posso avere subito il Papa mi tengo lui“. Lunga vita allora per Giuseppe, in rosanero in attesa, ovviamente, che si “liberi” il sommo Pontefice.

Cecilia Stuani