Mi sono sempre chiesta perché Wojciech Szczesny non abbia, tra i portieri, la menzione che meriterebbe.

Mi ha conquistata quasi immediatamente quando, appena approdato alla Juventus dalla Roma,  si trovò per un mese a sostituire Buffon.

È stato facile , per me, individuare un giocatore (e un uomo) con i piedi ben piantati per terra e le idee chiare, ma soprattutto un estremo difensore dotato di quella giusta leadership per guidare il reparto difensivo e sostituire una figura carismatica come quella di Super Gigi.

Tek – questo il nome con cui ormai è conosciuto – non è un numero uno pirotecnico, che colpisce per spettacolarità.

È sempre stato concreto, affidabile, ben saldo tra i pali, un po’ meno nelle uscite.

Nei suoi anni alla Juventus è cresciuto e si è sempre fatto carico delle sue responsabilità, nella buona e nella cattiva sorte. Tutti ricordano l’inizio horribilis che lo ha caratterizzato tra agosto e ottobre del 2021:

Ho fatto perdere 5 punti e dobbiamo recuperare. 

Eppure, dopo un sano e coraggioso mea culpa, Szczesny ha saputo riprendersi e restituire alla Juventus tutti i punti in precedenza perduti.

Nelle sue stagioni in bianconero Tek è diventato oramai un ‘senatore’, sicuramente un punto di riferimento e, perché no, un uomo di Allegri. Per  questo non si trattiene dal muovere critiche quando è necessario, nella maniera pacata ma sicura che da sempre lo distingue.

Wojciech è un uomo pratico, “resiliente” come lo sono in genere i polacchi e sicuramente come il suo nuovo compagno, Milik.

Alla Juventus ha lavorato in modo da perfezionare la sua tecnica nel parare i calci piazzati e soprattutto quelli di rigore.

La percentuale di rigori annullati da Szczesny è quasi di uno su tre ( 25 su 85 subìti).

Abbastanza impressionante. 

Alla Juve abbiamo trovato un metodo di analisi dei rigoristi, negli ultimi due anni i rigori parati sono più di quelli subiti

L’efficacia del suo lavoro si sta vedendo anche in Qatar.

Durante la gara tra Polonia e Arabia Saudita, il portiere ha neutralizzato il penalty che avrebbe dato il pareggio agli avversari, ma non solo.

Una frazione di secondo dopo, ha deviato un tiro con una parata bellissima, quasi un volo.

Uno dei più bei gesti tecnici  e atletici visti sino ad oggi al Mondiale…

…Confermando, così, il suo ottimo momento di forma, già visto nei mesi in Serie A.

Nella corrente stagione, così come nella precedente a netto del periodo no, Tek è sempre tra i migliori in campo per la Vecchia Signora.

Eppure, davanti al plauso e all’ammirazione che gli vengono, stavolta, dal calcio mondiale, la cosa sembra quasi destare meraviglia:

Dal mio canto, a volte penso paghi essere arrivato subito dopo un “mostro sacro” come Gianluigi Buffon, che  ne ha sempre sostenuto la caratura. Un vuoto, quello lasciato da Gigi, che riempire è impresa ardua.

Tuttavia, Szczesny non si è mai lasciato intimorire, sfruttando ogni occasione, dal primo anno, per dimostrare di meritare fiducia.

Credo qualcosa faccia anche il fatto che non sia italiano: basta pensare che la piazza bianconera si è mostrata più entusiasta per Mattia Perin ( che pur è un ottimo portiere). All’inizio di questa annata è bastata una manciata di buone prestazioni da parte dell’estremo difensore ex Genoa, per far gridare alla sua titolarità. 

L’ho trovato sinceramente ingiusto e anche un pizzico irrispettoso nei confronti di chi, oramai da anni, lavora sodo per mantenere il suo nome all’altezza della Vecchia Signora.

Ma poco importa.

Alla fine, la gloria passa e va con la stessa facilità con cui è arrivata.

Alla fine, quello che conta, è che Wojciech Szczesny, portiere che ha imparato anche a volare, sia saldo, concentrato e ben piazzato tra i pali della porta bianconera.

Per la gioia di chi ha sempre creduto in lui.

Daniela Russo