La ventiduesima giornata della Serie A colleziona errori arbitrali abbastanza gravi: il tecnico del Napoli si esprime a proposito ma le sue parole sono assolutamente fuori luogo, dati i fatti del giorno

Domenica il Var ce l’ha messa proprio tutta per animare la giornata: Milano, Napoli e Crotone i campi maggiormente incriminati, che hanno assistito agli episodi più “caldi” soprattutto per questioni di classifica. E proprio Maurizio Sarri si è reso protagonista, negativo, a proposito delle sviste che hanno inevitabilmente segnato la vittoria del Napoli sul Bologna.

Due infatti le decisioni  discutibili di Mazzoleni al San Paolo: non ha interpellato il monitor per l’evidente tocco di mano di Koulibaly in area e ha concesso un più che generoso rigore su Callejon. Molto dure le parole del tecnico rossoblu Donadoni sugli episodi: “Spiace che oggi l’arbitro non avesse tempo da perdere col Var. Certi episodi ti fanno venire il magone: ti fanno pensare che un rigore così lo danno dal primo all’ottavo posto”.

Il mister azzurro per tutta risposta ha tirato in ballo la partita di sabato sera tra Chievo e Juventus, in cui le espulsioni clivensi, che hanno lasciato i veneti in nove uomini, erano già state ampiamente confermate come giuste e legittime: “Io faccio l’allenatore e non parlo di arbitri, altrimenti avremmo dovuto farlo già da ieri sera”, ha sentenziato. Continuando poi sulla scia sulle sue ormai già note affermazioni circa i favoritismi di cui il Napoli non godrà mai.

Niente da fare. Sarri sta sicuramente conducendo il Napoli calcio in maniera ottimale, ma non ha alcuna intenzione di imparare l’arte della comunicazione.  A quanto pare nemmeno quella dell’onestà, che non farebbe male qualche volta invece di fomentare sempre animi e rivalità: per quello, ci pensano già i tifosi. Creare un personaggio amato dalla propria piazza fa bene, ma attenzione: da lì al ridicolo -o peggio- il passo è breve. Non è l’approccio che ci si aspetta e che conviene alla squadra candidata numero uno alla vittoria del campionato, e per conseguirlo non basta fare tre punti a partita.

Si prenda piuttosto esempio da Patrick Cutrone,  solo vent’anni e tanta voglia di metterci la faccia: pure quando segna di mano.

Daniela Russo