È di due giorni fa la notizia che Ilaria D’Amico è incinta di Gigi Buffon. La giornalista sportiva e il portiere della Nazionale aspettano un bambino che coronerà la loro relazione resa pubblica più o meno un anno fa. Entrambi i protagonisti di questa storia d’amore, lineare ma seguitissima dai giornali di gossip a causa del fatto che entrambi erano già impegnati, sono già genitori: Ilaria è mamma di Pietro, avuto dall’ex Rocco Attisani e Gigi è papà di Thomas e David Lee avuti dall’ex moglie Alena Šeredová. A difendere a spada tratta la felicità della coppia Buffon/D’Amico è stata la giornalista e social star Selvaggia Lucarelli che, oltre a perle di sano cinismo, ogni tanto svela il suo lato romantico.

 “Quindi è finita che Buffon e la D’Amico si sono incontrati, si sono innamorati, hanno avuto le palle di lasciare i rispettivi compagni anziché vedersi al motel il lunedì pomeriggio, si sono messi insieme, mantengono rapporti buoni con gli ex, hanno sfidato lontananza, mondiali, veleni e pettegolezzi, non hanno fatto copertine patetiche per abbozzare spiegazioni che non devono a nessuno fuori da casa loro e ora vivono insieme in attesa del loro primo figlio insieme, non più giovanissimi. Posso essere onesta? Li invidio. Molto. Mi piace la felicità sgangherata, mi piace chi pensa che a 40 anni non ci sia tempo per la prudenza, mi piace l’egoismo sano di chi sa che la propria felicità, talvolta, passa attraverso la sofferenza di chi amiamo e che poi la vita crea un nuovo ordine. Mi piace chi osa, chi investe, chi impone la verità dei propri sentimenti e si rifà una vita con quel cinismo limpido e inevitabile di chi sa che l’amore non è roba per gente pettinata. 
Evviva Gigi e Ilaria, nell’attesa di una felicità sgangherata e di un uomo coraggioso pure per noi altre, figlie della schifosa” ha scritto la Lucarelli sul suo profilo Facebook mettendo, almeno per un attimo, a tacere tutte le malelingue che giudicano la coppia e urlando, con la sua penna pungente, un W L’AMORE con il quale non si può che essere d’accordo.

Sandra Martone