Un sogno già essere ai quarti.
Svezia e Inghilterra, per ragioni diverse, stanno segnando la loro rispettiva storia.
Era dal 1994 (quando raggiunse le semifinali) che la Svezia non arrivava almeno ai quarti di un Mondiale.

L’Inghilterra non ci riusciva dal 2006 e lo ha fatto sfatando il tabù che li vedeva sempre perdere ai calci di rigore.
La nazionale dei Tre Leoni è chiamata a sfatare un altro tabù, la Svezia. Già perchè gli inglesi negli ultimi anni contro la Svezia registrano una sola vittoria (3-2 a Euro 2012) nelle ultime otto partite ufficiali. L’Inghilterra, inoltre, nella sua storia, non ha mai battuto la Svezia nella Coppa del Mondo.

Entrambe per ragioni diverse hanno il dovere di crederci, consapevoli che, il sogno, per una delle due, inevitabilmente si concluderà.

Svezia, senza Ibra la forza è nel gruppo

La vera forza della Svezia è il gruppo. Senza Ibra, il ct Andersson ha creato un collettivo unito, una formazione organizzata che si fonda su una difesa esperta e impenetrabile: eccetto le due reti subite dalla Germania – una delle quali rocambolesca e al 95′- la nazionale scandinava ha mantenuto la porta inviolata in tre partite su quattro.
Un gioco quasi all’italiana (sembra un paradosso che siano stati proprio loro a estromettere gli Azzurri dalla competizione) dove l’imperativo è non prendere gol e sfruttare con cinismo le ripartenze e agli attacchi in contropiede.

I britannici soffrono le ripartenze e la Svezia potrebbe fare male proprio sfruttando questo tratto distintivo del suo gioco.

Occhi puntati sul centrocampista del Lipsia, Emil Forsberg

E’ il calciatore più talentuoso della rosa: è la luce di una squadra costruita sull’intensità fisica e la disciplina tattica.
Nel 4-4-2 svedese parte largo a sinistra e quando prende palla è imprevedibile per creare scompiglio fra le linee. Corre sulla fascia agendo da ala ma non disdegna accentrarsi, sia correndo in diagonale verso il limite dell’area, che in orizzontale.
Lo scorso anno è stato il miglior uomo assist in Europa: 19 in 30 partite giocate (più di 1 ogni 2 partite). In queste 30 partite ha servito 94 passaggi chiave, 3 in più di Neymar, e molti in più di giocatori come Robben (49) o Messi (79).

fantagazzetta

È sposato con una calciatrice professionista che definisce “la sua più severa critica”: «Quando torno da una partita ed è molto silenziosa capisco che non ho giocato bene. È una cosa bella avere accanto qualcuno che capisce di calcio».

L’Inghilterra giovane e british

Dopo gli insuccessi degli ultimi anni, la federazione britannica ha saputo reinventarsi affidando al ct dell’Under 21, Southgate, la guida della nazionale maggiore.
La rosa inglese è un gruppo di giovani giocatori che militano in Premier: con la Nigeria e la Francia è la squadra con l’età media più bassa, intorno ai 26 anni  ed è l’unica nazione con il 100% della rosa composta da giocatori che giocano in patria e alcuni di loro si sono fatti le ossa nella Football League.
Tanto talento e propensione offensiva, gli inglesi peccano difensivamente.

SportFair

Nell’ultima gara è andata in difficoltà contro la tattica difensiva della Colombia: l’attacco dell’Inghilterra è stato imbrigliato, incapace di sviluppare compiutamente il proprio gioco sia contro la difesa posizionale dei Cafeteros che in ripartenza. Bisognerà correre ai ripari per affrontare la corazzata svedese.

Occhi puntati sul centrale del Tottenham, Dele Alli

Le sue capacità di inserimento sono preziose.
Alli è uno di quei centrocampisti che gli inglesi definiscone “box to box”: in grado di svolgere molto bene entrambe le fasi. Sa interdire  ed è temibile quando attacca gli spazi nella metà campo avversaria.

Fino a questo momento le prestazioni sono state al di sotto delle aspettative: due partite giocate -la prima e la quarta- e non molti guizzi, mentre nelle altre due gare era fuori per infortunio.

Per scardinare l’organizzata retroguardia della Svezia le sue capacità di inserimento, mostrate in Premier risultano preziose. E’ in dubbio per la gara ma Southgate farà di tutto per averlo.
Con gli Spurs, Alli e l’uragano Kane collaborano a meraviglia: il giovane classe 1996 sembra esaltarsi su ogni tipo di inserimento che il movimento di Kane gli consente di fare.

 

Svezia-Inghilterra, ne resterà soltanto una.

Caterina Autiero