Ancora un episodio di razzismo nel mondo del calcio. Questa volta il protagonista dell’ennesima discriminazione è Luis Tejada, giocatore panamense del Juan Aurich che, durante la partita con il Cienciano valida per la coppa Inca, ha abbandonato il campo, lasciando la sua squadra in inferiorità numerica.

Dopo ore di cori e insulti razzisti, per protesta Luis ha deciso di smettere di giocare. Queste le sue parole nel post gara: “Sono un essere umano e non mi è rimasto altro da fare. Avrei forse dovuto andare avanti e sopportare? Io non ci sto, sono un essere umano pure io e voglio rispetto”. Il Juan Aurich, rimasto in 10, ha poi subito due gol dagli avversari, perdendo così il match.

Negli ultimi anni sono sempre più frequenti gli episodi di razzismo nel mondo del pallone, basti pensare ai cori riservati a Balotelli o al lancio della banana contro Gervinho appena qualche giorno fa in casa del Feyenoord. E come non dimenticarci dell’amichevole tra Milan e Pro Patria nel gennaio del 2013 quando i rossoneri decisero di lasciare il campo dopo gli insulti a sfondo razzista nei confronti di Boateng, Muntari, Niang ed Emanuelson?

Siamo nel 2015 e quella del razzismo è una piaga sociale che va a colpire anche il mondo del calcio. Un mondo che dovrebbe portare gioia, tifo e sportività. Quest’ultima ancora messa a dura prova.

Martina Giuliano