Quando si parla di Giampaolo Pazzini non si può fare a meno di pensare che questo attaccante, tra i più completi degli ultimi anni, sia anche un esempio di serietà sportiva e umana.

Avrebbe potuto, quando il Verona era in serie B, migrare verso lidi più prestigiosi ma non l’ha fatto: per orgoglio e spirito di rivalsa, per sfida e scommessa personale, dichiarerà in alcune interviste.

Sono in molti a ricordare il suo pianto liberatorio al termine della partita che ha segnato il ritorno della sua squadra in Serie A, dopo i suoi 23 gol stagionali e il suo ruolo di trascinatore.

Pazzini è nato a Pescia il 2 agosto del 1984, in una famiglia dedita al calcio (suo padre e suo fratello sono stati dei professionisti della Serie C); si è fatto notare con la maglia della Polisportiva Margine Coperta, società legata all’Atalanta; successivamente viene inserito dall’Atalanta nel proprio vivaio per disputare le giovanili del club insieme al suo futuro compagno di Nazionale e di squadra Riccardo Montolivo. Proprio con l’Atalanta disputa la sua prima stagione da professionista, in Serie B, nel 2003 – 2004; il 12 settembre 2004, con la squadra in Serie A, Pazzini debutta nel massimo campionato, segnando un gol al Lecce.

Nel corso della sua carriera ha vestito in seguito le maglie di Fiorentina, Sampdoria, Inter, Milan e Verona.

Esordisce nella Nazionale il 28 marzo del 2009, a soli 24 anni, con il C.t. Lippi, nella partita contro il Montenegro realizzando il suo primo gol in Nazionale con un colpo di testa. Il 6 settembre del 2011 è il suo il gol decisivo della partita contro la Slovenia che permette all’Italia di raggiungere la qualificazione a Euro 2012; non solo: è la rete numero 700 della Nazionale in terra italiana.

Parlare di Pazzini è parlare di un calciatore che parte in quarta ad ogni “esordio”: ha segnato un gol anche al suo debutto con la Nazionale l’Under 21, ha realizzato una doppietta all’esordio con l’Inter e una tripletta alla prima da titolare con il Milan.

Il piede giusto, insomma. Una delle caratteristiche più apprezzate in lui, insieme al suo carisma che gli ha permesso di indossare la fascia di Capitano del Verona.

Aveva lasciato un po’ sgomenti i tifosi dell’Hellas la notizia del passaggio di Pazzini al Levante, la seconda squadra di Valencia (che è stata per lui tra l’altro la sua prima avventura all’estero).

Le nostre strade purtroppo si divideranno per i prossimi 4 mesi e sarà dura non battagliare per voi e con voi, ma nella vita non tutte le scelte dipendono sempre da noi stessi – ha scritto ieri il Pazzo sui social salutando i tifosi – è stata una decisione molto difficile umanamente, ma purtroppo necessaria. Se questo sarà un addio o un arrivederci solo il tempo lo dirà”.

Così aveva salutato i suoi tifosi Giampaolo Pazzini.

Ma la storia d’amore con l’Hellas Verona non è finita qui…

Certi amori non finiscono 
Fanno dei giri immensi 
E poi ritornano 
Amori indivisibili 
Indissolubili
Inseparabili

E così a fine stagione fa rientro al Verona, retrocesso in Serie B, nominato a furor di popolo e di squadra capitano dei gialloblu, segna 10 reti nella stagione regolare e due negli spareggi promozione vinti in finale in rimonta sul Cittadella, conquistando così la massima Serie dove, ne siamo sicuri, sarà uno dei grandi protagonisti.

Silvia Sanmory