Una lezione. Frasi intrise di verità, di ideali, di voglia di un mondo migliore.

 “Siate persone migliori, fate come noi,
abbiamo sopportato così tanto per essere qui a festeggiare con voi…”

La World Cup Parade del 10 luglio a New York, in cui la Nazionele USA di calcio femminile è stata acclamata da un bagno di folla per la vittoria del Mondiale di Calcio in Francia, è stata per Megan Rapinoe un’altra occasione per dire la sua riguardo alcuni temi a lei cari.

Temi che riguardano il calcio femminile, le calciatrici, i gay… no, temi che riguardano la vita, gli esseri umani, le relazioni: temi sociali e culturali.

E così, alla City Hall, dopo aver ritirato il Golden Boot (scarpa d’oro), consegnata dal sindaco Bill De Blasio, con quei suoi capelli lilla, con il sorriso e i suoi occhi pieni di forza ha tenuto, come da tradizione, il suo discorso. 

Un discorso che da una bella lezione ai misogini, agli omofobi e ai razzisti.
Parole che invocano parità di diritti per tutti.

“Questo gruppo è così resiliente, è così resistente e ha un grande senso dell’umorismo. Siamo tostissime. Abbiamo capelli rosa e capelli viola, abbiamo tatuaggi e dreadlocks. Abbiamo ragazze bianche e ragazze nere, e tutto il resto. Ragazze etero e ragazze gay. Non potrei essere più orgogliosa di essere una co-capitana con Carli e Alex [Morgan] di questa squadra. È un mio onore assoluto guidare questa squadra sul campo…”

Megan ha parlato delle sue compagne, dell’importanza di ogni singolo indipendentemente dal colore della pelle (o dei capelli) e indipendentemente dall’orientamento sessuale.

Il discorso di Rapinoe ha poi fatto leva sull’importanza dell’unione, del gruppo per vincere battaglie, raggungere obiettivi.

Uno degli obiettivi a lei caro è, ad esempio, il gender gap sulle retribuzioni (mesi fa lei e le sue compagne hanno citato in giudizio la Federazione Calcio degli Stati Uniti per discriminazione di genere, accusando i salari e le condizioni di lavoro inferiori rispetto agli uomini).

Megan vuole un Mondo migliore e crede che con il contributo di ognuno di noi, con più amore e meno odio, non sia utopico.

“Dobbiamo essere migliori.
Dobbiamo amare di più, odiare di meno.
Dobbiamo ascoltare di più e parlare di meno.
Dobbiamo sapere che questa è una responsabilità di tutti. Di ogni singola persona che è qui, di ogni singola persona che non è qui, di ogni singola persona che non vuole essere qui. Di ogni singola persona che è d’accordo e di chi non è d’accordo.
È nostra responsabilità rendere questo mondo un posto migliore”.

Il suo coraggio, il suo entusiasmo e la sua forza non si limitano al campo.

Non sarebbe Megan… e Megan è una che non si darà per vinta fino a quando non otterrà l’uguaglianza dei diritti per tutti.

 

Caterina Autiero

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