Italia-Macedonia è uno spettacolo terribile: nessuno costruisce, nessuno ci prova. E il gol di Chiellini non serve a centrare la qualificazione ai play off

Una crisi che va oltre le più pessimistiche ipotesi. La Nazionale di Ventura stecca un appuntamento, se vogliamo, ancora più importante di quello contro la Spagna e offre uno spettacolo che definire penoso non è così esagerato. Italia-Macedonia allo Stadio Grande Torino finisce 1-1 con gli Azzurri che arrancano clamorosamente in ogni reparto ma soprattutto nella costruzione del gioco che esiste a tratti – volendoci proprio impegnare a trovarlo – soltanto nel primo tempo. La strada si complica e, anche se manca solo un punto per raggiungere i play off, manca ancora troppo ad una squadra che non si avvicina nemmeno lontanamente al prestigio calcistico che dovrebbe rappresentare.

La partita degli Azzurri parte in affanno ma sembra – sembra! – potersi sviluppare bene. Giampiero Ventura vuole dare una scossa ai suoi e cambia modulo schierando un 3-4-3 che serve principalmente a ricostituire la BBC, Barzagli, Bonucci e Chiellini (e mettiamoci anche Buffon) fanno quello che possono, con il viterbese ancora un po’ sperduto dopo il passaggio al Milan: non gli è bastato ‘riabbracciare’ i vecchi compagni per ritrovare vigore, eleganza e precisione. Su tutti bene Chiellini che segna anche per il momentaneo vantaggio degli Azzurri. Il problema fondamentale non è stato rappresentato però dalla difesa quanto dal centrocampo. Se Zappacosta e Darmian, sugli esterni, hanno spinto poco e coperto male (vedi duello Zappa-Alioski vinto sempre e comunque dal biondo macedone), gli interni hanno lasciato buchi di gioco incolmabili. Gagliardini e Parolo sono due incontristi dai piedi buoni e dalla buona volontà, non possiamo definirli in altro modo perché il campo sovrano non concede ahimè altre interpretazioni: qualcuno si ricrederà sul criticatissimo Verratti?

Deludente anche la fase offensiva. Il tridente formato da Insigne, Immobile e Verdi ha regalato, soprattutto grazie ai primi due, qualche spunto interessante, qualche scambio in velocità da non sottovalutare: bravo il napoletano soprattutto nell’occasione del gol di Chiellini. Da segnalare però sono le pochissime conclusioni in porta con gli interisti che avranno di certo riconosciuto a stento l’esterno del Bologna che tanto li ha fatti disperare in campionato. Al 32′ della ripresa, da segnalare, il tiro incrociato di Trajkovski: l’attaccante palermitano spegne i sogni di gloria dell’Italia e porta la gara in equilibrio, un pareggio meritato e che forse sta anche stretto all’organizzata compagine macedone.

Voto scarso anche per il ct: Ventura, diciamocelo, ha idee tattiche limitate e poca, pochissima scelta. Va detto che l’Italia attraversa una crisi particolare: il ricambio generazionale non c’è, o se c’è è in evidente ritardo; talenti non ce ne sono, volendo dare un significato generico e poco soggettivo al termine; strutture che possano favorire un moderno sviluppo del calcio per i nostri giovani ancora meno. Può darsi che nelle prossime gare tutto cambierà. Con l’Albania serve almeno un punto per non essere la peggiore seconda e ci aspettiamo una svolta determinata e precisa, dalla panchina al campo. Nel frattempo ci teniamo i fischi che lo Stadio ha, giustamente, regalato alla squadra a fine gara.

Consuelo Motta