Icardi croce e delizia per i nerazzuri: uno 0-0 nella stracittadina dove l’unica cosa sbagliata per l’ Inter sono gli errori sotto porta dell’ argentino

(immagine da ilmalpensante.com)

Per la legge di Murphy se qualcosa può andar male, andrà male e sempre per la legge di Murphy, quella di Federico Cimini, “Quando hai fatto un errore […] quando giochi a pallone, per la legge di Murphy sono tutti migliori di te”. Per la stessa paradossale legge, Icardi mercoledì pomeriggio ha sbagliato tutto quello che non avrebbe dovuto e se dire “sono tutti migliori di te” sarebbe eccessivo, viene giustamente da  pensare che una ripartizione meno discontinua sarebbe  tutt’ altro che disdicevole. Forse.

Icardi, da tachicardia in perfetto stile Inter e –solito cliché- da derby della Madonnina, all’andata aveva ammaliato San Siro con una tripletta in extremis; del resto a Genova un paio di settimane fa puniva la Sampdoria da spietato cecchino. Questa volta è un peccato che la tachicardia  sia stata decisamente diversa,  lascia una sensazione agli antipodi, un po’ come nel derby di ritorno della scorsa stagione quando  sul finale  Zapata siglò il gol del 2-2.  Qualche errore di troppo a determinare le sorti di una partita dove da sbagliare non ci sarebbe dovuto essere proprio niente, specie per Mauro Icardi sotto porta, per due volte.  Un gol annullato inoltre per entrambe le formazioni.

(immagine Ansa)

Un fuori gioco a testa per le milanesiIcardi nella primo tempo, su una giocata di Brozovic per Candreva che lo serve in un corridoio verso Donnarumma, segna il gol del vantaggio ma il centravanti argentino era un pelino più avanti; silent check, il Var decide, gol annullato. Al 65’ Perisic la mette in mezzo per Icardi ma Mauro non arriva e Gagliardini scivola. Tre minuti dopo la mette a segno per il Milan Patrick Cutrone, come tre mesi fa ma stavolta in offside: bandierina alzata anche per lui, si torna in pari.

Per la legge del paradossale, si stava meglio quando si stava peggio? Dallo stadio è tutto molto meno razionale, da lì  dove tutto è questione di vibrazioni ed emozioni quel silent check sul gol di Icardi è ancora tachicardia prima dell’estremo silenzio. Silenzio della Nord, boato ed entusiasmo della Sud. Il Var, per quanto difficile in taluni casi adoperarlo, serve a sottolineare errori che altrimenti sarebbe meno probabile notare e sui quali sarebbe quasi impossibile intervenire. Si stava meglio quando si stava peggio? No.

Ben venga il Var, vengano meno gli errori sotto porta del capitano nerazzurro quando si trova oltre Donnarumma spiazzato e non centra la porta, lisciando il palo. Un tacco Maurito, un tacco(?!?). Presenti Candreva e Perisic, assente Mauro Icardi proprio lì davanti. Il croato usufruisce dell’influenza e dei cambi di gioco del connazionale e dal lato opposto Candreva inizia a trovare intesa con Cancelo negli accentramenti. Bene Handanovic che nel primo tempo salva miracolosamente su una schiacciata di testa di Bonucci. L’Inter in partita c’è stata più del Milan, e Spalletti  ha finalmente una squadra che potrebbe iniziare a piacere (anche a lui). Un derby dal quale si esce fortificati, o quantomeno rassicurati eccetto  quella pericolosa legge di Murphy, una legge che però non può vigere in eterno.

 

Egle Patanè