“Daremo la precedenza all’Europa:in campionato ci sarà più tempo di recuperare”.

Così parlava nella conferenza stampa pre Sassuolo Gian Piero Gasperini. La squadra da lui guidata, ottenuto lo splendido quarto posto  nello scorso campionato, si prepara al debutto ufficiale in Europa League  dopo ben 26 anni di assenza; debutto che avverrà domani al Mapei Stadium di Reggio Emilia, visto che all’ “Atleti Azzurri” di Bergamo sono ancora presenti seggiolini senza numerazione, contrariamente alle regole della UEFA.

La prima avversaria, per la Dea, sarà l’ Everton di Wayne Rooney, che proprio nella squadra di Liverpool mosse i suoi primi passi, per poi diventare la stella del Manchester UTD. L’attaccante inglese, attessissimo, potrebbe tuttavia risultare assente per una serie di vicissitudini familiari che, sembrerebbe, lo porteranno a chiedere un “periodo di congedo”: la partita sarà diretta dall’arbitro russo Bezborodov.

C’è grande attesa in tutto l’ambiente nerazzurro; il presidente Antonio Percassi ha presentato proprio lunedì, per l’occasione, la maglia che gli undici indosseranno nella competizione europea: sulla manica destra il logo della UEFA Europa League, sulla sinistra la scritta “Respect”  e il simbolo UEFA; e il nuovo sponsor Radici Group, ” di carattere bergamasco ma con respiro europeo”, ha dichiarato Percassi. “Sono emozionato: già da qualche notte non dormo bene. La vittoria contro il Sassuolo ha ridato carica ai ragazzi, adesso sono concentrati e hanno una gran voglia di fare bene e premiare la nostra tifoseria, che non ha mai fatto mancare il proprio sostegno”.

Naturalmente, presidente e allenatore sono d’accordo nel non perdere di vista l’importanza della  Serie A. Dopo la partenza di Conti e Kessie, l’innesto di Cornelius e la permanenza di Caldara e Spinazzola, cui  Percassi ha già perdonato i “capricci” della sessione di mercato, l’Atalanta dovrà ritrovare il suo assetto tramite la guida esperta di Gian Piero Gasperini, che sembra essere perfetto per la panchina dei bergamaschi.

Concretezza e piedi per terra, sì. Ma una piccola divinità si può permettere, talvolta, di coltivare i propri sogni. In bocca al lupo, Dea Atalanta.

Daniela Russo