È Jesper Lindstrom il nuovo acquisto del Napoli. Dopo la delusione per il mancato arrivo dello spagnolo Gabri Veiga (volato in Arabia), il Napoli ha deciso di puntare tutto sul danese, classe 2000, per un totale di 25 milioni di euro.  

Qualcuno l’ha definito come un “rimpiazzo”, una seconda scelta, ma non è così.
Per questo,
conosciamolo meglio.

Si tratta essenzialmente di un trequartista abile, però, nel giocare in tutte le posizioni d’attacco dietro alla prima punta.

È inoltre veloce e dinamico, con l’aggiunta di tentare spesso azioni ambiziose. Non ha bisogno di tanti tocchi al pallone per tentare, ma, grazie alla sua intelligenza tattica, riesce a muoversi tra i compagni. 

La sua storia calcistica ha origine in Danimarca, più precisamente nel Brøndby, iniziando a giocare nelle giovanili ad appena 13.

Una lunga trafila che lo porta, poi, ad esordire in prima squadra il 22 novembre del 2018.

In tre stagioni colleziona 65 presenze e 15 gol, di cui 10 soltanto nell’ultima stagione, a cui si vanno aggiungere anche 10 assist. L’ultima stagione è stata poi condita dalla vittoria del campionato danese dopo 16 anni dall’ultimo titolo.  

Niels Frederiksen che lo ha allenato ha parlato così di lui, ai microfoni di Sportitalia:  

“Jesper fu un giocatore chiave per noi.
Lo usai principalmente nella posizione di “numero 8”: usavamo il 3-5-2
e lui era uno dei due centrocampisti che completavano il terzetto in mezzo
occupando una posizione avanzata”.
 

Al termine della stagione, l’11 luglio 2021, si trasferisce in Germania, all’Eintracht Francoforte, pagato 7 milioni, con cui metterà a segno 5 gol in 39 presenze.

Nella Bundeslinga si afferma rapidamente, tanto da vincere il premio Rookie of the year (miglior giovane esordiente del campionato). 

“Ha fatto la differenza in Danimarca e anche in Germania in questo modo.
Vedremo se lo farà anche in Italia, io credo di sì.
Poi lui ha un’altra caratteristica peculiare.
Ha la capacità di vedere qualsiasi movimento di fronte a lui di compagni e avversari, di leggere prima il gioco e di rompere gli schemi con i suoi passaggi illuminanti.
Negli ultimi anni ha sviluppato altre sue qualità soprattutto in fase realizzativa.
Credo che oggi abbia un gran tiro.”
 

Queste ancora le parole di Nielsen Frederiksen, ribadendo le qualità del suo ex-giocatore, plasmato sicuramente dal calcio danese e tedesco.

Riuscirà a imporsi in quello italiano? In che modo Rudi Garcia lo utilizzerà? 

Certamente, avrà bisogno di tempo per capire come funziona nel calcio italiano, ma l’età è dalla sua parte e di certo non avrà problemi ad aggiungere altri modelli al suo gioco. 

L’idea più quotata è quella che si tratterà di un giovane da plasmare, da inserire e spostare per poi trovargli la giusta collocazione.

Una pedina per avere un gioco verticale, senza dover ricorrere ad un palleggio raffinato, per cercare subito di tentare il colpo. 

Napoli potrà essere il luogo giusto? 

Il mare cittadino può rivelarsi un fattore importante; quando andò a Francoforte rivelò che non si trovava bene: 

“Se solo ci fosse qualche spiaggia in più qui, in Danimarca le abbiamo ovunque e mi piace andare a nuotare.” 

Indubbiamente ci vorrà tempo, ma le premesse di un rapido e produttivo ambientamento ci sono tutte. 

 

Rosaria Picale