L’Inter non è riuscita a mantenere l’iniziale vantaggio nel Derby e si è alla fine arresa alla sconfitta inflitta dal Milan: che fine ha fatto la stabilità nel gruppo di Simone Inzaghi?

L’Inter di Simone Inzaghi, come questo inizio di stagione ha evidenziato, ha un problema di gioco (e con esso di risultati) che probabilmente dipende soprattutto dalla condizione mentale del gruppo. I tre punti, in classifica di Serie A, sono arrivati contro il Lecce, al fotofinish, contro lo Spezia e contro la Cremonese. Ma ciò non basta. Non può bastare.

Perché quando il gioco inizia a farsi duro, i nerazzurri non sembrano essere pronti mentalmente ad affrontarlo. Contro la Lazio, sul campo dell’Olimpico, così come nel Derby di Milano contro i cugini rossoneri, tante cose non hanno funzionato. La difesa, prima di tutto, è sembrata essere il punto debole del gioco, quando fino allo scorso anno è sempre stata una roccaforte.

Ma non solamente. Perché l’atteggiamento messo in campo, in entrambi i big match, non era corale, non è sembrata esserci una volontà di far bene insieme e da squadra. Se il Milan ha fatto sua la forza del gruppo, l’Inter ha messo in scena una gara in cui ognuno è sembrato essere scollegato rispetto al proprio compagno. Rispetto all’insieme.

Allarmi che risuonano fin da questo inizio stagione allora per Simone Inzaghi, che attualmente non può neppure fare affidamento sul grande innesto di mercato, ovvero Romelu Lukaku. L’attaccante è out per un problema muscolare e a fare reparto in attacco si contendono il posto Dzeko e Correa al fianco di Lautaro Martinez.

C’è qualcosa di importante perciò che manca a quest’Inter candidata dai più, fin da subito, ad essere la prima della classe in un campionato iniziato sulla scia dello scorso: quasi come se le big volessero ancora fare a gara a chi riesca a perdere più punti per strada.

Serve allora ritrovare il punto fermo difensivo. Specialmente con Bastoni, evidentemente non al 100% della propria condizione fisica, e con Skriniar, ancora forse frastornato dalle tante voci di mercato. Serve ritrovare i migliori Barella e Calhanoglu, probabilmente  bisognosi anche ogni tanto di rifiatare avendo quest’anno i possibili sostituti in Mkhitaryan e Asllani. C’è bisogno di ritrovare un Robin Gosens che ancora sembra essere il fantasma del migliore se stesso.

Serve dare una mano in più a Lautaro Martinez in attacco, perché a mancare spesso sono anche i gol. Le giocate vincenti. Ma la necessità più grande è, in ogni caso, quella di ritrovare una determinata compattezza. Per poter provare a mettere in difficoltà le avversarie e per avere la forza di condurre e, soprattutto, di chiudere le partite. Con la cattiveria agonistica che i tifosi richiedono sventolando bandiere e intonando cori dagli spalti.

Un lavoro che Inzaghi è chiamato a svolgere fin da subito, ottimizzando anche i tempi in vista di una Champions League che comincerà ad ore. E prenderà il via nella maniera forse più complicata possibile: affrontando il Bayern Monaco. Sarà un trampolino per il rilancio, anche e soprattutto mentale, o complicherà una situazione già non rosea? Il campo dirà la sua, come sempre accade nel mondo del calcio. Ma la storia, adesso, deve iniziare ad essere (ri)scritta da parte dei nerazzurri.

Alessia Gentile