Il 19 maggio 1991, vincendo contro il Lecce, la Sampdoria del presidente Paolo Mantovani si laurea Campione d’Italia con un turno d’anticipo. 

La gara della 33a giornata, si mise subito in discesa. Dopo appena due minuti arrivò il vantaggio di Cerezo, al 13′ Mannini raddoppiò e a suggellare l’impresa fu il gol al 29′ di Vialli.

Quasi 50000 spettatori a Marassi assistettero a una tra le imprese più grandi della storia del calcio italiano e festeggiarono il primo – e finora unico – scudetto doriano.

La squadra allenata da Vujadin Boskov che aveva preso la squadra qualche anno prima e creò un gruppo fatto di campioni talentuosi e comprimari disposti al sacrificio: da Pagliuca a Vierchowod, da Toninho Cerezo ad Attilio Lombardo fino ad arrivare ai “Gemelli del gol” Vialli e Mancini.

Quella stagione, successiva ai Mondiali, i doriani partirono forte mettendo in cascina nove risultati utili consecutivi, tra cui una vittoria a San Siro contro il Milan di Sacchi e una al San Paolo contro il Napoli campione in carica.

La prima sconfitta arrivò dopo dieci giornate, nel derby contro il Genoa, unica squadra che non riuscì a battere.

I blucerchiati finirono il campionato con 51 punti (la vittoria ne valeva, all’epoca, 2) e Gianluca Vialli, con 19 gol, vinse il titolo di capocannoniere del campionato.

Alla vigilia di quella annata, nessuno credeva nella squadra di Boskov che, invece, conquistò un tricolore storico ed entrò di diritto nella storia del calcio italiano.